Il duello tra Djokovic e Sinner è una delle rivalità più accese del tennis. Il serbo si trova oggi a fronteggiare un giovane italiano che ha dimostrato di non temere il confronto con i giganti del gioco.
Se i primi incroci tra i due erano stati un monologo di Nole, con il serbo capace di imporsi anche in situazioni di estrema difficoltà (come la leggendaria rimonta a Wimbledon 2022), negli ultimi tempi il vento è cambiato. Sinner ha preso le misure, lavorato sul proprio gioco e messo Djokovic in difficoltà più volte, battendolo sia nelle ATP Finals di Torino che in Coppa Davis. Il colpo più duro per il serbo è però arrivato agli Australian Open 2024, dove l’altoatesino lo ha eliminato in semifinale, ponendo fine al suo dominio sul cemento di Melbourne. Un’affermazione che ha sancito in modo definitivo il passaggio di consegne generazionale.

Ma la rivalità tra i due non si gioca solo sul campo. Le recenti polemiche legate al caso Clostebol, che ha coinvolto Sinner e portato a un dibattito feroce sul sistema antidoping, hanno visto Djokovic prendere una posizione dura. Il serbo ha messo in dubbio l’imparzialità della WADA, criticando apertamente la gestione dei controlli e lasciando intendere che il trattamento riservato ai giocatori di vertice non sia sempre equo. Lo scontro tra Djokovic e Sinner è ormai una guerra su più fronti. Da una parte, il serbo cerca di difendere il proprio regno con ogni arma possibile, dall’altra l’azzurro avanza con passo sicuro, pronto a scalzarlo definitivamente. E la sensazione è che siamo solo all’inizio, in vista del rientro di Sinner a maggio.
Djokovic non ci sta, tutto ebbe inizio in Coppa Davis
In tanti ci siamo chiesti da dove provenisse tutto questo astio nutrito da Djokovic nei confronti del numero uno al mondo. Quella che ormai si è trasformata in una battaglia mediatica a suon di critiche e polemiche – in senso unilaterale – trova radici profonde nell’anno 2022. Negli ultimi anni Sinner non ha lasciato scampo al tennista serbo, battendolo a più riprese fino all’ultimo incontro avvenuto agli Shangai Masters dello scorso anno, finale in cui anche lì il tennista altoatesino mise a posto Djokovic vincendo il trofeo.

Intervenuto a SuperTennis, Marco Panichi ha svelato un retroscena che ha chiarito molte cose. L’ex preparatore atletico di Djokovic – ora nello staff di Sinner – ha posto le radici del conflitto tra i due nella Coppa Davis del 2022: “Io credo che dal punto di vista mentale la partita in Coppa Davis è stata pagata un po’ di più da Nole”. In parole un po’ più dolci, Panichi ha lasciato intendere che Djokovic si è legato al dito quella sconfitta, identificando in Sinner l’uomo da sconfiggere su tutti i fronti.