Alex Zanardi ha scritto pezzi di storia dello sport paralimpico, fonte di ispirazione per tanti giovani con disabilità e non solo.

Il tema dell’inclusività ha acquisito sempre più peso e spessore negli ultimi anni, finendo per divenire una vera e propria priorità. Lo stesso UNESCO ha posto la questione come una delle principali sfide da affrontare per i prossimi anni, garantendo la partecipazione e riuscendo ad offrire pari opportunità alle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita sociale. In tal senso, lo sport presenta come spesso accade un primo fondamentale esempio di apertura alla diversità.
Lo sport è da sempre sinonimo di unione e accettazione, e non poteva allora che rappresentare una delle prime essenziali forme di inclusività. Le Paralimpiadi ne sono l’esempio più lampante, una vetrina spettacolare che consente agli atleti con disabilità di partecipare alla massima competizione sportiva in mondovisione. La nascita risale addirittura al 1960, quando la prima edizione si svolse a Roma a margine proprio dei giochi Olimpici. Ed è stato inevitabilmente un tassello fondamentale, che non soltanto ha dato dignità e rispetto a tutti gli atleti con disabilità, ma che ha anche dato un motivo, un obiettivo, un sogno da inseguire ai ragazzi più giovani.
Alex Zanardi, simbolo di inclusività
Tra gli atleti simbolo di questa rivoluzione c’è sicuramente Bebe Vio, schermitrice italiana che ha vinto 2 ori alle Paralimpiadi, 5 ori mondiali e altrettanti agli europei. A cambiarle la vita è stata una grave meningite che la ha colpita quando aveva 11 anni. L’infezione è stata così severa ed estesa da portare all’amputazione degli arti. Da lì, per lei, è iniziata una nuova vita in cui ha saputo trasformare la sua passione per lo sport in un motore di riscatto personale. Bebe Vio è diventata così un’icona dello sport paralimpico, ma anche veicolo di una grande storia di forza e resilienza, fonte di ispirazione per tante persone.

Ancor prima di Bebe Vio c’è stato Alex Zanardi, ex pilota anche di Formula 1, divenuto anche lui emblema di sport e inclusività. Un gravissimo incidente in pista gli ha cambiato per sempre la vita, costringendolo all’amputazione di entrambe le gambe. Ma Zanardi non si è mai arreso, ha affrontato la vita con spirito e ha trovato nella handbike la sua nuova passione. Non solo ha vinto numerose medaglie, ma ha anche contribuito a diffondere un messaggio di speranza, dimostrando che la forza di volontà può superare qualsiasi ostacolo.
Lo sport è senza dubbio uno strumento importante, è un momento di aggregazione che riesce ad unire bambini, ragazzi e adulti oltre ogni barriera. Storie come quella del mitico Alex Zanardi, non possono far altro che incoraggiare ancor di più i giovani a non fermarsi, ma anche le istituzioni ad agevolare l’inclusività in tutti gli ambiti della vita sociale. Non solo nello sport.