Tifosi nella disperazione: è morto il grande campione

Un triste lutto ha colpito nelle scorse ore il mondo del bodybuilding, ma non solo: l’annuncio sconvolge i tifosi.

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I tifosi restano senza parole dopo il malore che l’ha portato via – (screenshot) – sportitalia.it

Un inaspettato lutto ha sconvolto nelle ultime ore la città di Udine e tutto il mondo dello sport. All’età di 60 anni è venuto a mancare dopo un arresto cardiaco Stefano Capitanio, bodybuilder di fama internazionale, grande ultrà dell’Udinese e appassionato di basket. Come in una trama beffarda scelta dal destino, la sua scomparsa è avvenuta proprio a poche ore dalla pubblicazione del suo ultimo post sui social in cui rifletteva sulla sua vita. Proprio in queste ore, infatti, sarebbe ricaduto l’anniversario del suo risveglio dopo 36 giorni dal coma in cui era stato indotto dopo aver contratto il Covid nel 2021.

Stefano Capitanio era un volto noto nel mondo del bodybuilding, disciplina a cui si è appassionato quasi per caso, per sua stessa ammissione, dopo un grave infortunio al ginocchio che lo allontanò dal mondo del calcio. Il lavoro di riabilitazione lo portò a scoprire la palestra, gli attrezzi, i macchinari, la fatica. È così che conosce il culturismo, che da lì diventa la sua ragione di vita.

Addio a Stefano Capitanio, notizia sconvolgente

La passione per il bodybuilding lo portò così ad intraprendere una vera e propria carriera professionistica. Ad Udine aveva aperto una sua palestra, dove ha avvicinato alla disciplina tantissimi giovani e li ha formati per competizioni nazionali e non solo. Stefano Capitanio ha raggiunto diversi traguardi importantissimi a livello personale, vincendo titoli nei campionati italiani, ma trionfando anche in competizioni internazionali, come accaduto ai mondiali di Padova del 2012.

Addio a Stefano Capitanio, campione di bodybuilding e storico ultras dell’Udinese (Credits Profilo Facebook Stefano Capitanio) – sportitalia.it

“Roccia”, come era soprannominato, è stato anche un assiduo frequentatore della Curva Nord dell’allora Friuli di Udine, al seguito della sua Udinese. Nel 1980 era stato tra i fondatori di uno dei più storici gruppi ultras del tifo friulano, gli Hooligans Teddy Boys. Ma era anche un punto di riferimento per il tifo cestistico della città, mondo da cui si è lentamente allontanato dopo il suo trasferimento a Rimini negli ultimi anni.

Nel 2021 aveva contratto il Covid. Una forma particolarmente forte, che aveva portato ad un progressivo peggioramento delle sue condizioni e che lo avevano portato al coma. Un calvario durato 36 giorni, ballando tra la vita e la morte, in sospeso. Poi il risveglio, il 3 marzo 2021. Una data che lui stesso aveva ricordato con un post su Facebook nelle scorse ore, ringraziando medici, infermieri, tutti coloro che gli avevano mostrato affetto in quei giorni difficili.

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