Il confronto tra i due fuoriclasse del tennis mondiale è sempre acceso. Chi conosce bene entrambi, si sbilancia: “Ha qualcosa in più”
Sinner-Djokovic, presente e futuro del tennis contro il passato recentissimo nonché straordinario. Per certi versi irripetibile. Non ce ne voglia il serbo, ma a 37 anni non si può che parlare di lui al passato, anche se da qui al ritiro – per il papà avrebbe già dovuto appendere la racchetta al chiodo – passerà magari un altro anno. Se non due, qualora riuscisse a ritrovare quella brillantezza atletica, che è stata debordante negli anni di gloria, persa a causa dei numerosi guai fisici.

Sinner l’erede di Djokovic
Sotto certi aspetti Sinner è l’erede di Djokovic. I precedenti sono in perfetto equilibrio: 4 successi a testa, ma l’altoatesino ha vinto le ultime quattro sfide – la più recente sul cemento di Shanghai – che sembrano valere una sorta di passaggio di testimone.
Un Re che abdica, per ragioni anagrafiche, in favore del ‘fratello’ minore, pronto a mettersi in testa la corona che gli è appartenuta fino all’altro ieri.
I confronti tra i due si sprecano, come normale che sia. Il più autorevole è senza dubbio quello di Riccardo Piatti, uno dei coach più importanti del panorama nazionale e mondiale. Nella sua carriera ha avuto fra le mani i migliori del mondo, da Djokovic al giovanissimo Sinner, allevato dai 13 ai 20 anni.

Sinner-Djokovic, Piatti: “Jannik ha qualcosa in più di Djokovic”
Insomma, se il classe 2001 è il numero uno nel ranking, il merito è anche un po’ di Piatti. Per il quale Sinner “ha qualcosa in più di Djokovic”. Entrambi, ha sostenuto Piatto nell’intervista a ‘Tennis Major’, “hanno una tecnica e movimenti simili, ma penso che i colpi di Jannik siano ora più forti di quelli di Nole“.
Sinner e Djokovic, per Piatti, “sono molto diversi ma anche molto simili. Mentalmente sono entrambi molto forti, poi hanno entrambi le idee molto chiare su cosa devono fare. Capiscono immediatamente cosa serve in quello specifico momento e lo mettono in pratica.
Quando allenavo Jannik – ha svelato il 66enne comasco – il mio obiettivo era scoprire come avrebbe potuto sconfiggere Djokovic. Osservavo molto Nole, lavoravo anche con lui, e quindi l’idea era sempre quella di trovare qualcuno che potesse battere un tennista come lui”.
Piatti: “Senza Sinner il tennis italiano sarebbe al livello di quello della Francia”
Alla fine dell’intervista, Piatti si lascia andare a una considerazione molto importante su Sinner, che tornerà dalla squalifica agli Internazionali di Roma, e sulla sua enorme importanza per il tennis azzurro: “La federazione italiana ha lavorato bene coi tornei, dando una una possibilità a tutti i giocatori italiani di competere in casa.
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Il successo italiano non è quindi sorprendente, però stiamo parlando dell’Italia perché abbiamo molti giocatori, ma anche perché abbiamo Sinner. Se togli lui, allora siamo allo stesso livello della Francia, alla quale manca in questo momento solo un Sinner”.