Sembra davvero non esserci pace per Jannik Sinner: è tirato nuovamente in ballo, il terrore dei tennisti è evidente
Accettare tre mesi di sospensione pur di chiudere la vicenda. Jannik Sinner è stato convinto dai suoi legali ad accettare il patteggiamento con la Wada e ad evitare i rischi connessi, nonostante la sua buona fede, al giudizio del Tas di Losanna.
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Ora tornerà in campo soltanto a maggio e spera di poterlo fare con il massimo della tranquillità e non continuamente alle prese con polemiche sul suo conto. Polemiche che, almeno per il momento, continuano. Non tutti però sono contro di lui e non tutti criticano per il suo casi, anzi c’è chi si schiera in maniera netta dalla sua parte. È il caso di Aneke Rune, la madre nonché manager di Holger Rune, che intervistata dal quotidiano danese “Ekstra Bladet” definisce eccessiva la squalifica imposta all’italiano e attacca il sistema antidoping attuale che costringe tutti i tennisti a vivere nel terrore.
Sinner, la madre di Rune dalla sua parte: “Tennisti nevrotici”
La donna afferma nel corso dell’intervista che “i tre mesi citati nell’accordo sono troppi, così come l’anno intero che ha portato allo sviluppo e alla conclusione della vicenda“. Pur ammettendo di non aver avuto accesso ai dettagli della vicenda, si sbilancia sul caso perché “leggendo un po’ sul clostebol ci si rende conto di quanto sia spaventosamente facile trasmetterlo ad altre persone se è stato utilizzato da terzi“.
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Secondo Aneke Rune questa “è la cosa più terrificante di questo caso, pensando a quanti tifosi saluti, a quante cose tocchi“. Insomma, restando così le cose, il rischio sarebbe costante e porterebbe i tennisti a vivere una vita terrorizzati da eventuali contaminazioni. La Rune, infatti, spiega: “Gli atleti devono essere tutelati, non possono starsene isolati da tutti e mangiare banane biologiche tutto il giorno per paura che un test indichi la presenza di quantità infinitesimali di una qualche sostanza“.
Ecco quindi che torna di attualità la proposta di inserire dei limiti inferiori per la presenza di particolari sostanze. Una proposta che in realtà è già stata contemplata dalla Wada. Dal 2027 cambierà il regolamento antidoping proprio per quei casi come quello di Sinner che non possono essere considerati doping, ma che rischiano (è successo anche con la Swiatek) di creare non pochi problemi agli atleti. Di certo, l’allarme lanciato da Aneke Rune è serio e va preso in considerazione, pensando a quanto facile sia oggi subire una contaminazione e finire nelle maglie dell’antidoping senza colpe.