Bandiere al vento e Kop ruggente. Riflettori da trono, quello d’Inghilterra. Liverpool, l’eredità perfetta. Serata di festa quella del mercoledì sera d’Anfield col Liverpool che ha messo pur il punto esclamativo su una Premier, a questo punto, letteralmente in cassaforte. 2-0 al Newcastle in un antipastino di finale di Carabao Cup: 13 lunghezze di distacco dall’Arsenal che insegue, nonostante gridi di battaglia Arteta ormai senza speranze. Liverpool destinata ad arrestare l’egemonia Man City e anni dopo tornerà sul trono d’Inghilterra, l’ultima volta estate 2020 in pieno Covid.
Premier, Champions e Carabao Cup Final
Il Liverpool di quest’anno resta in corsa per tutti i fronti, fuorché la FA Cup. Già, ma c’è magia. E rispetto, se ti chiami Liverpool FC, manifesto ed istituzione del calcio britannico che rispetta e onora un’altra istituzione del calcio britannico, la Coppa d’Inghilterra. Fuori ai sedicesimi col Plymouth, Giants Killing per eccellenza, momento formidabile per tutti. E pur i più forti applaudono. Loro, che rappresentano. Ma Slot naviga a gonfie vele: finale di Carabao all’orizzonte, ostacolo PSG agli ottavi d’una Champions domata e dominata per tutta la sua prima fase campionato prevista dalla nuova formula, primissimo in Premier con quel vantaggio che ha convinto società e agenzie di scommesse ha pagar chi estate scorsa aveva già pronosticato la vittoria dei Reds a fine stagione.
Eredità
Vittoria schiacciante, a questo punto. Una vittoria che nasce tanto tempo fa. Perché Arne Slot non ha sbagliato niente. Non ha voluto strafare. Ha voluto rispettare e valorizzare la ricostruzione avviata già l’anno prima da Klopp: quasi come se Jurgen, prima di lasciare, voleva star tranquillo e consegnare al successore (onorato e cantato al suo addio, come solo i grandissimi sanno fare) una Ferrari solo da mettere in moto. E con gli ultimi colpi di Van Dijk e Salah, s’ allestito il cocktail perfetto. Liverpool, l’eredità perfetta.
Gli ultimi squilli dei veterani
Già, perché se i due decennali campionissimi che fanno ponte tra le ere, capisaldi su cui Klopp costruì la Champions del 2019 e la Premier del 2020 nel ciclo dei Miller, Henderson, Firmino e Mané, nutrono contratto in scadenza e con ogni probabilità (così come per Arnold, altro promesso sposo madridista) lasceranno Anfield a fine stagione, non sognano nient’altro che chiude tra gloria, successi e trofei, sul tetto d’Inghilterra se non d’Europa, la loro leggendaria avventura sulle rive del Mersey. Bravo Slot a capirlo, a rimetterli al centro, a ritrovar la loro versione migliore. Il resto è storia: Momo già capocannoniere a 25 reti, VV4 diga insuperabile e soprattutto sana come non si vedeva da troppo tempo.
Frecce e motori
Ma il succo, assieme a frecce ormai esplose e definitivamente consacrate come Luis Diaz e Gakpo, sono i due motori che a centrocampo hanno riacceso l’anima del team: Szoboszlai ed Alexis Mac Allister. Motore e inserimenti, marchi e timbri decisivi, calciatore continentale il primo; completo e addirittura play più basso, qualità e astuzia, fonte del pensiero del centrocampo rosso, il campione del Mondo argentino. Quest’anno vero Gravenberch, Arnold a crear l’uomo in più in mediana e il succo è fatto: il cocktail è pronto. Liverpool pronto a volare, su ogni fronte. Senza limite. Life is Now, in quel di Anfield.