Tifare Milan, non se stessi. Panchina: oggi Sergio, domani evitiamo il NOpetegui

Tifosi rossoneri, tifosi milanisti… Ho scelto di iniziare così i video del mio canale YouTube (se non siete ancora a bordo, iscrivetevi!) perché purtroppo, chi è milanista da sempre, sa come continuava il famoso inno delle Brigate: “teniamoci per mano in questi giorni tristi”. E purtroppo quando ho aperto il canale, a fine agosto, sapevamo già un po’ tutti che sarebbero stati giorni tristi. Ma i Milanisti, quelli veri, quelli con la maiuscola, non mollano e non molleranno mai. Purtroppo questa maledetta stagione è in piena media con gli standard degli ultimi 13 anni, cioè dal famoso gol di Muntari in poi: da allora, solo delusioni, siamo onesti. Alcune molto cocenti, altre meno, ma a conti fatti un solo scudetto, dolcissimo ma senza nessun seguito nè eredità: nell’estate in cui bisognava veramente creare una dinastia, furono buttati i soldi per De Ketelaere e Origi (magari Dybala altroché…) e per arrivare quinti sul campo, ricordiamolo bene.

Dybala in panchina contro l'Udinese Roma
Paulo Dybala, attaccante Roma (LaPresse) – Sportitalia.it

 

Per questo ogni vedovanza è totalmente fuori luogo: beviamo l’amaro calice tutti insieme e restiamo dall’unica parte che conta, quella del Milan. Non si accettano sermoni, morali e giudizi, da chi, 8 anni fa, banchettava – nel vero senso della parola –  con due scarti dell’Inter che portarono il Milan a un centimetro dalla sparizione. Oggi senza pudore ci si permette di fare le pulci a una proprietà senza un euro di debito, che sicuramente avrà sbagliato e magari sbaglierà ancora tante scelte tecniche, ma che di certo ci prova a fare il bene presente e futuro del Milan, come dimostrato a gennaio. Con che faccia lo si fa? Con la faccia di chi pensa solo ai propri interessi e tifa per le proprie idee (e quindi, spera che tutto vada male per aver ragione), non per il Milan. Detto questo, è chiaro che gli ultimi jolly sono terminati quest’anno anche per chi, come il sottoscritto, ha sempre supportato e supporta tuttora questo progetto, ma sono convinto che i primi a esserne coscienti siano al quarto piano di Casa Milan, dove tutti lavorano duramente per invertire la tendenza e soffrono finché ciò non avverrà.

Zlatan Ibrahimovic e Fikayo Tomori in conferenza stampa prima di Milan-Feyenoord
Zlatan Ibrahimovic e Fikayo Tomori in conferenza stampa prima di Milan-Feyenoord (fonte: Sportitalia TV)

Parlare di scelte future per la panchina sarebbe molto ingeneroso nei confronti di un uomo che lotta ancora. Sergio Conceição merita l’onore delle armi e il rispetto che va tributato a un “vero” come lui: almeno per altri 180 minuti, concediamogli il beneficio di credere a un miracolo insieme a lui. Se non accadrà nulla o andrà peggio, sarà il primo ad ammettere una sconfitta che di certo non sarà colpa sua. E poi si faranno i conti. Quei conti che devono ripartire dalla scorsa estate, dove sono stati fatti degli errori di valutazione: non è il momento di entrare nel dettaglio dei nomi, ma ben presto sarà ora di farlo. Chi c’era un anno fa, sa anche dove si è sbagliato e per questo, in teoria, dovrebbe sapere anche come correggere.

Antonio Conte Napoli, Serie A
Antonio Conte, allenatore Napoli (DepositPhotos) – www.sportitalia.it

Se non sarà Conceição, che sia uno più bravo: astenersi da nuove piste esotiche dall’estero e anche da allenatori italiani totalmente inadeguati per status, esperienze recenti fallimentari o paragone con lo stesso Sergio. Niente Sarri, Italiano, Palladino e compagnia, per piacere: nomi del genere bollerebbero in partenza l’ennesima stagione e porterebbero a un giustissimo Lopetegui bis (o NOpetegui, dalla protesta) da parte dei tifosi. Una volta assodato chi assolutamente “no”, parleremo in futuro del chi “sì”: sperando che questi giocatori si passino una mano per la coscienza e cerchino di ritardarne quanto più il momento a suon di risultati che non sono mai arrivati. Ma tanto, la resa dei conti, ben presto arriverà anche e soprattutto per loro. E a oggi, a poter essere sereni di salvarsi, sono forse sì e no 10.

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