Gasperini non è il cattivo, ma per la Roma non va bene

Premessa: non credo troppo a vittime e carnefici nel calcio. Premessa bis: in qualche caso frasi e atteggiamenti di Gasperini mi hanno lasciato più di qualche dubbio. L’anno scorso mi sono permessa di criticare le parole dell’allenatore dell’Atalanta sul rinvio di Udinese-Roma per quello che era successo a N’Dicka. Mi spiego, sulla querelle con Lookman, è facile individuare in Gasperini la figura del cattivo. Ma Gasperini è sempre stato questo. Grande allenatore ma “pessimo” comunicatore. In realtà, riguardando più volte la conferenza stampa della discordia, quando Gasp critica Lookman per il rigore lo fa accennando un mezzo sorriso.

Atalanta Gasperini
L’allenatore dell’Atalanta Gasperini (ANSA Foto) – Sportitalia.it

Attenzione non lo sto giustificando, ma non l’ho trovata una cosa così grave come molti l’hanno definita. L’impressione è che ai vertici del mondo Atalanta si sia rotto qualcosa già da diverso tempo. Altrimenti le dichiarazioni di addio del Gasp prima del match contro l’Empoli non ci sarebbero state. I Percassi, però, non sono le vittime. Come non lo è Lookman. E Gasperini non è il carnefice. Il nigeriano senza Gasp non sarebbe arrivato sui livelli attuali. L’Atalanta con Lookman è sicuramente più forte, ma l’Atalanta non è Lookman. Altrimenti la Nigeria con Lookman e Osimhen avrebbe vinto la Coppa D’Africa. L’Atalanta è diventata questa realtà grazie al lavoro della famiglia Percassi unito a quello di Gasperini. Non si tratta di dare meriti più all’uno o all’altro, ma tutto quello che ha toccato l’allenatore di Grugliasco è diventato oro.

Ederson con lui è tra i più forti centrocampisti in Europa. Insieme al brasiliano e a Lookman ha valorizzato De Ketelaere, Retegui, Carnesecchi e Scalvini (prima del crollo dovuto agli infortuni). Tutti giocatori che adesso valgono quasi il doppio. Tutti giocatori che rappresentano per la casse dei Percassi un tesoro gigante. Non so come sarebbe andata con altri allenatori, ma so, ad esempio, che De Ketelaere con Pioli non è sbocciato. Quindi ambiente perfetto, società perfetta, direzione sportiva perfetta, allenatore perfetto. Per chi subentrerà al post di Gasp non sarà così facile perchè “tanto c’è la società”. Il problema, però, è anche il contrario. Il carattere difficile di Gasperini, secondo me, non si sposa con tutti gli ambienti. Perchè in alcuni ambienti non conta solo fare l’allenatore. Il ritorno di Ranieri a Roma è la dimostrazione. Mentre avrei visto Gasp perfetto per la rivoluzione della Juventus (l’ho anche scritto in un editoriale), non lo vedrei altrettanto bene per quella in casa giallorossa. Troppo diversi, troppi attriti in passato. L’Atalanta è stata ed è la sua zona di comfort, a Roma uscirebbe in modo “violento” da quella zona anche per le differenze tra le due società. A meno che Ranieri, garante e collante del progetto, non riesca a farlo convivere con Roma e la Roma.

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