Jannik Sinner deve fare i conti con una novità che riguarda sempre il caso doping: verdetto ribaltato, scoppia lo scandalo
Per Jannik Sinner è il momento di dedicarsi alla famiglia. Il numero 1 al mondo ha scelto di tornare a casa per godersi qualche giorno di tranquillità, dopo quelli della bufera per il caso doping.
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Il patteggiamento con la Wada ha sollevato un polverone che fatica ad arrestarsi: molti contro il campione italiano, partendo dal solito Kyrgios che non perde mai occasione di attaccare il 23enne di San Candido. Per Sinner questo non ha mai rappresentato un problema, almeno non quanto il peso del rischio di una possibile pesante squalifica che ora è definitivamente tramontato.
Intanto però emerge un nuovo caso che potrebbe tirare in ballo proprio Sinner. Si tratta della sospensione, imposta e poi cancellata, del tennista brasiliano Nicolas Zanellato. Tutto ha iniziato lo scorso agosto quando l’atleta viene sospeso dopo essere stato trovato positivo al boldenone. Una positività che il brasiliano ha sempre contestato, provando a dimostrare la causa in carne mangiata in un ristorante colombiano.
Sinner, il caso Zanellato riaccende la polemica
Una versione alla quale l’Itia non ha creduto, confermando la sospensione anche dopo il ricorso del giocatore.
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Zanellato però non si è arreso ed ha provato a dimostrare la sua innocenza e la veridicità della ricostruzione da lui fornita. Tentativo andato a buon fine visto che il brasiliano è riuscito a dimostrare che il campione contaminato derivava dal consumo di carne. L’Itia ha quindi ribaltato il verdetto iniziale, assolvendo il tennista per l’assenza di colpa e di negligenza, proprio come fatto con Sinner.
Inevitabile pensare a quel che sarà il comportamento della Wada: ci sarà il ricorso contro l’assoluzione del tennista brasiliano o l’agenzia mondiale antidoping deciderà di lasciar correre? Probabile che si verifichi la seconda ipotesi, sollevando ulteriori dubbi sul fatto che l’azione della Wada sia mossa più da questione di ‘popolarità’ e ‘visibilità’ che da una vera ‘giustizia’. Ad ogni modo i due casi sono decisamente diversi, sia per il tipo di contaminazione che per la quantità di sostanza vietata trovata nel sangue dei due atleti.
Inutile quindi provare a fare paragoni, anche se le polemiche saranno garantite ugualmente. Sembra essere questo lo sport preferito un po’ da tutti quelli che non gradiscono troppo l’idea di un Sinner sempre più numero 1 al mondo e in grado di resistere al vertice del ranking anche con la sospensione.