Il giorno dopo la festa scudetto feci un editoriale secco: “Inzaghi, adesso vattene”. Era un consiglio, un invito chiamatelo come volete voi. Il calcio, giustamente, non conosce gratitudine ma soprattutto non ha memoria. Inzaghi, allenatore preparato e persona con sani valori che i genitori gli hanno insegnato da piccolo, a volte dovrebbe essere più figlio di… Invece, come noi tutti, dimentichiamo in fretta. L’allenatore dell’Inter non è stato mai ben visto da una parte della società, da quasi tutta la tifoseria e da una fetta di stampa. Il problema è che Inzaghi ha resistito solo perché con il lavoro e i risultati ha dimostrato di essere più forte dei tranelli e dei giochini. Ha valorizzato tutto quello che la società gli metteva a disposizione, hanno fatto cessioni eccellenti eppure lui ha saputo riciclare e far diventare grande l’Inter. A Milano fanno l’errore che fecero alla Juventus ai tempi di Sarri. Ci mancherebbe che non vince lo scudetto, dai su. Questa frase ha ammazzato la Juve e rischia di distruggere l’Inter se non capisce che vincere uno scudetto sarebbe un trionfo, a maggior ragione se è la seconda stella e se l’hai vinto in casa del Milan.
L’Inter è l’unica che ha fatto una grande Champions League e delle big italiane del Nord è l’unica in corsa per lo scudetto. Nonostante questo, Inzaghi deve sentire i commenti inutili, deve sentirsi attaccato per una partita sbagliata. E ci sta. Anche io ho sparato sull’Inter di Firenze e di Torino. Ci mancherebbe. Se fai quei secondi tempi non ti portiamo le rose a casa. Ma un discorso è analizzare la partita e un altro è generalizzare. Gli interisti dovrebbero capire che Inzaghi sta facendo grandi cose. Non volete chiamarlo miracolo, ok, ma se vedete i vicini di casa di Torino e i cugini di Milano capite bene che il grande trionfo di Inzaghi è far sembrare semplice quello che semplice non è.
Marotta e Auslio hanno ancora fiducia cieca in Simone? Non credo. L’Inter sta vedendo spesso Paz del Como e l’occhiolino a Fabregas alcuni dirigenti lo hanno già fatto. Per ora, neanche corrisposto. Pensiamo che l’erba del vicino sia sempre più verde ma non è cosi. Il fondo, i nuovi capi, per dirla tutta hanno nel mirino più i dirigenti che l’allenatore. Anche l’ultimo mercato estivo fatti di trentenni a parametro zero non è piaciuto. La nuova proprietà guarda al business e questo significa che l’Inter deve prendere giovani di valore e rivenderli a peso d’oro. La politica di Marotta non potrà più essere la stessa. In tutto questo, caro Simone, se ti chiama la Premier vai di corsa. Tanto a Milano non aspettano altro che una tua caduta per darti un calcio e scaricarti addosso anche le responsabilità che non hai.