Sinner, ci si mette anche la Pellegrini: parole come macigni

Anche la campionessa di nuoto, Federica Pellegrini, ha commentato la squalifica di Jannik Sinner dopo il caso Clostebol.

Sinner dopo una partita
Squalifica Sinner, arriva la sentenza di Federica Pellegrini (Screen Youtube Eurosport Italia) – Sportitalia.it

Ha fatto e farà ancora discutere la squalifica comminata a Jannik Sinner per l’ormai noto caso Clostebol. Il tennista italiano, risultato positivo ad un doppio test effettuato lo scorso marzo tra i Masters 1000 di Indian Wells e Miami, ha deciso di mettere fine alla vicenda e accordarsi con la Wada per uno stop di 3 mesi. Potrà tornare in campo solamente il prossimo 4 maggio, in tempo per partecipare agli Internazionali di Italia e naturalmente al Roland Garros.

“Questa vicenda mi tormentava da quasi un anno e il processo sarebbe potuto durare ancora a lungo, con una decisione forse solo alla fine dell’anno. Ho sempre accettato di essere responsabile del mio team e riconosco che le rigide regole della WADA sono una protezione importante per lo sport che amo”, fu il commento a caldo di Sinner, dimostrando quindi la volontà di chiudere questo capitolo una volta per tutte e poter andare avanti in serenità.

Squalifica Sinner, il commento di Federica Pellegrini

Nelle ultime ore si è espressa sulla vicenda anche Federica Pellegrini, un simbolo dello sport italiano, in occasione della presentazione dei pacchetti dei Giochi Olimpici invernali di On Location a Milano, in qualità di ambassador. L’ex campionessa di nuovo, oggi in rappresentanza delle istituzioni sportive italiane, ha parzialmente assolto il tennista.

Sinner in conferenza stampa
Sinner, il commento di Federica Pellegrini sul caso Clostebol (Screen Youtube Australian Open) – Sportitalia.it

“Ciò che è successo è stato un problema di protocollo. Secondo me Jannik non ha voluto in nessun caso prendere delle scorciatoie, questo è quello che penso da atleta e non”, ha commentato la Pellegrini. Tuttavia, con toni piuttosto diplomatici, ha rimarcato le effettive responsabilità che un atleta ha e deve avere nei confronti dell’operato di tutto il proprio staff: “È vero che la storia ci rende un po’ responsabili tutti, anche per quello che fa il nostro team su di noi”.

E ha proseguito: “Se un atleta, in qualsiasi altro sport, è stato trovato positivo a qualche sostanza, la negligenza è comune, purtroppo. Perché vai in farmacia e magari c’è un aminoacido contaminato o una crema venduta con una contaminazione dentro. I casi sono tantissimi, il problema è che tutti questi casi hanno avuto un periodo di sospensione di negligenza, che non è un doping conclamato con colpa effettiva ma una negligenza. Quindi una svista”

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