Sinner-Berrettini, ultim’ora sconvolgente: cosa è successo

Il caso Sinner tira in ballo anche Matteo Berrettini che sostiene il collega, ma si lascia scappare una frase che fa scandalo

Sostegno sempre e comunque, ma l’amicizia è un’altra cosa. Il caso Sinner tira in ballo anche Matteo Berrettini, impegnato a Doha nell’ATP 500 che avrebbe dovuto vedere in campo anche il numero 1 al mondo.

Berrettini a Doha
Sinner-Berrettini, ultim’ora sconvolgente: cosa è successo (Screen Youtube Sky) – Sportitalia.it

Così non è stato, a causa della sospensione di tre mesi conseguente al patteggiamento con la Wada per il caso doping. Una vicenda che continua a far discutere e che solleva infinite polemiche. Prende posizione sul caso che riguarda il 23enne altoatesino anche Matteo Berrettini, prima di scendere in campo (e vincere) contro Djokovic, battuto per la prima volta in carriera.

Il romano non ha fatto mai mancare il proprio appoggio a Sinner e non si è tirato indietro neanche questa volta. Berrettini ha, infatti, spiegato di aver “sempre sostenuto Jannik” e di non aver intenzione di farlo adesso. “Credo sia un momento molto duro per lui, paga un errore, mi dispiace“. Il 28enne non vuole entrare nei dettagli della vicenda: “Non sono un avvocato e non ho i dettagli, però sono sicuro: tornerà più forte di prima“.

Nel corso della conferenza, Berrettini spiega di non aver sentito Sinner perché “mi sembra più giusto rispettare il suo momento“. Poi si lascia andare ad una frase che certamente farà discutere.

Sinner, Berrettini: “Non sono amico dei colleghi”

Nel continuare la sua conferenza, a Berrettini viene chiesto del mancato appoggio che i tennisti italiani avrebbero dato a Sinner e la risposta è netta: “Sono amico di tutti, ma miglior amico di nessuno“.

Berrettini agli Australian Open
Sinner, Berrettini: “Non sono amico dei colleghi” (Screen Youtube Australian Open TV) – Sportitalia.it

Quindi: “I miei veri amici non sono i miei colleghi e non perché mi stiano antipatici. I veri amici si costruiscono dall’infanzia, col tempo, vanno coltivati. Ai tornei crei il tuo nucleo, la tua squadra. È chiaro che con Sonego, Bolelli e Vavassori ho un rapporto più intimo: ci conosciamo da una vita“. Questo però resta confinato al campo, la vita privata è un’altra cosa: “Nei momenti di crisi non ti rivolgi al collega ma all’amico. Qui si parla di amicizie di lavoro“.

Berrettini quindi conclude con un’altra stoccata: “Alla base di tutto deve esserci il rispetto, che spesso manca“. Lo stesso rispetto che lui vuole garantire a Sinner. Non un amico, ma certo un collega al quale è legato e al quale vuole dare il suo sostegno in questo momento complicato.

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