Brilla sempre più luminosa la stella di Nico Paz al Como, con i rumors di mercato che si fanno, settimana dopo settimana, sempre più intensi intorno a lui. Non è un segreto che l’Inter sia sulle sue tracce, posto che con il club dei fratelli Hartono non sarà facile trattare (di recente il presidente Swarso ha ribadito che si augura di trattenere diversi anni le sue stelle). Poi sullo sfondo rimane l’ingombrante ombra del Real Madrid, che mantiene il diritto di recompra sul gioiello cresciuto a Tenerife.
In esclusiva a Sportitalia è intervenuto il suo primo scopritore, Braulio De Leon, Direttore sportivo dell’Atletico San Juan ed allenatore Uefa Pro – si ringrazia per la realizzazione dell’intervista Belen Sosa, agente Fifa – per parlarci di lui: “Nell’Atletico San Juan io, come direttore sportivo del club, ho avuto il primo contatto con lui nel 2011/12 – racconta – “arrivò qui nella categoria “prebenjamin” (la nostra attività di base) insieme a Sergio Aragoneses, figlio dell’ex portiere del Tenerife. La rispettive famiglie hanno pensato di portarli qui sapendo che stavamo facendo un buon lavoro nel calcio di base”.

A sentire Braulio, anche a 7 anni si distingueva dagli altri: “E’ bastato accoglierlo, fargli mettere gli scarpini e vederlo giocare con i bambini per la prima volta per capire quanta qualità avesse“. Quella qualità che già allora era innata: “Un bambino che aveva già un bel tocco di palla con il suo sinistro, tecnicamente si distingueva da tutti gli altri” – aggiunge – “faceva la differenza, tanto a livello di gol, quanto di gioco di squadra. Ed era competitivo. In quella squadra era pieno di buoni giocatori o futuri tali, ma si vedeva ad occhio nudo che aveva qualcosa in più rispetto a chiunque gli stesse intorno”.
Il talento da solo non basta, ma il segreto del figlio d’arte era un altro: “Parliamo di un bambino che non saltava un allenamento, curava ogni dettaglio anche fuori dal campo. Voleva essere perfetto nell’avere tutto in ordine, dalla borsa da calcio alla divisa da indossare. Un piccolo professionista, ecco. L’influenza del padre, che è stato uno sportivo di alto livello, si notava. Viveva il calcio nel modo che poi è stato il segreto del suo successo, con grande passione unita al lavoro quotidiano. Si vedeva che sarebbe potuto arrivare ed essere un grande calciatore”.

All’Atletico San Juan, Braulio è sia direttore sportivo per quanto riguarda il settore giovanile, che allenatore della prima squadra e come tecnico ed alla nostra domanda riguardo al suo possibile adattamento in una squadra come quella dell’Inter di Simone Inzaghi, appare intrigato: “Io sono appassionato di calcio come allenatore, guardo, analizzo e studio molto di questo sport. E riguardo a questo non posso che pensare che sarebbe un grande colpo per l’Inter, così come lo sarebbe per qualsiasi squadra. Vedendo come all’Inter di oggi piaccia tenere la palla, ma anche come fa le transizioni, in un calcio moderno e pieno di varianti tattiche che Inzaghi apporta beh, Nico Paz sarebbe un valore aggiunto per questa squadra. Così come l’Inter darebbe un ulteriore slancio alla carriera di Nico Paz”.
C’è però da fare i conti con un eventuale ritorno del Real Madrid, oltre che con lo stesso Como: “Se chiedete a me che l’ho visto crescere, non ho dubbi sul fatto che possa valere una squadra come il Real Madrid. Conosce perfettamente i valori dei blancos, ciò che comporti giocare in un club del genere a livello competitivo. Deve solo crescere per dimostrare che vale l’opportunità che il Real potrebbe dargli, come sta facendo”.