Il patteggiamento tra Sinner e la WADA è arrivato come un fulmine a ciel sereno, gettando Doha nel silenzio più totale da parte di tutti. A seguito della vicenda è stato emesso un comunicato ufficiale.
Non si parlerà più della sentenza del TAS, prevista inizialmente per il 16 aprile a Losanna e che avrebbe potuto relegare Sinner fuori da campi di gioco per almeno 12 mesi. Il tennista italiano ha preferito chiudere la vicenda e la sensazione è che il patteggiamento con la WADA sia avvenuto più per gettarsi tutto alle spalle, che per timore di incorrere in una squalifica.

Se l’esito della sentenza non era per niente scontato, ora c’è invece la certezza che il tennis sarà orfano di Jannik Sinner fino a inizio maggio. Una scelta preventiva che potrebbe preservare il primato dell’altoatesino, il quale proprio ora sta facendo rientro a casa sua per tornare ad allenarsi come di consueto. Intanto a Doha tutti i maggiori rivali di Sinner hanno deciso di non esprimersi sulla vicenda, compreso il suo amico e rivale Carlos Alcaraz, che potrà sfruttare l’assenza del collega per scalare la il ranking ATP mentre Zverev è impegnato agli Open di Rio De Janeiro.
Patteggiamento Sinner, c’è il comunicato dell’ITIA
Tre mesi di stop e fine della storia Clostebol. Se ne parlerà ancora per mesi, ovviamente, ma l’ITIA non ha tardato ad esprimersi sulla vicenda e ha rilasciato un comunicato sul proprio sito ufficiale. Fu proprio l’ITIA ad assolvere Jannik Sinner nell’estate dello scorso anno in seguito alla contaminazione da Clostebol, rilevando la completa involontarietà dell’atleta e affidandosi nella decisione a un tribunale indipendente. L’International Tennis Integrity Agency si è quindi inserita a poche ore dalla notizia del patteggiamento, dichiarando la bontà e la correttezza della loro decisione in prima battuta.

Riconosciamo l’annuncio rilasciato dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) in merito all’accordo raggiunto tra WADA e Jannik Sinner per la risoluzione del ricorso presentato da WADA. Il procedimento originario è stato condotto in conformità con il Codice Mondiale Antidoping e il Programma Antidoping del Tennis. A seguito di un’indagine approfondita condotta dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA) – che ha incluso il parere di laboratori accreditati dalla WADA – abbiamo ritenuto che l’atleta avesse dimostrato l’origine della sostanza proibita e che la violazione fosse priva di intenzionalità. L’esito odierno conferma tale valutazione. L’ITIA ha deferito il caso a un panel indipendente, che ha emesso una decisione di “Assenza di Colpa o Negligenza”, stabilendo pertanto l’assenza di sanzioni sulla base dei fatti e dell’applicazione delle normative. L’esito di tre mesi è stato possibile esclusivamente a seguito di un accordo tra WADA e l’atleta.