Cercasi big, disperatamente. Se lo scorso anno l’Inter di Simone Inzaghi si appigliava al suo zoccolo duro come ad una rassicurante filastrocca che era solita non tradire le attese negli appuntamenti più importanti, ma di fatto annientare gli avversari sull’onda travolgente del bel gioco e della concretezza, la stagione in corso sta raccontando verità molto diverse. I Campioni d’Italia hanno fallito l’ennesimo appuntamento con la prospettiva di riconquistare la vetta della classifica, inanellando la terza sconfitta in campionato nonché la seconda nelle ultime tre gare disputate dopo il flop del recupero di Firenze.
Uno score che fa a pugni con la sicurezza ostentata con le parole da alcuni dei leader conclamati dello spogliatoio di Simone Inzaghi, a partire da quella presunta “ingiocabilità” della quale parlava Mkhitaryan e che sembra latitare pericolosamente in tutti i momenti chiave della stagione, perlomeno in campionato.
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CHE FINE HA FATTO CALHANOGLU?
Segnali di cedimento preoccupanti e che fanno riferimento a diversi dei protagonisti della cavalcata della passata stagione. Calhanoglu, tanto per iniziare, è un lontano parente di quel metronomo che dettava i tempi degli assalti e ripiegava per rendere impermeabile una retroguardia che fatica a restare inviolata. Un capitolo a parte lo merita però Lautaro Martinez. La versione 24/25 del capitano nerazzurro ha ben poco da spartire con il capocannoniere dell’ultimo torneo, ed anche i segnali forniti da un mese di gennaio trascorso al ritmo di un gol a partita sono naufragati in questa prima porzione di febbraio in cui il Toro è tornato a sparare a salve, soprattutto nelle circostanze potenzialmente decisive della stagione.
Il nervosismo palesato nel post partita dello Stadium fa da corollario ad un momento delicato, che l’argentino dovrà essere in grado di gestire a livello personale in primis, per poi cercare di tornare ad essere un punto di riferimento per i propri compagni di squadra.
LAUTARO, SFOGO E RISCHIO SQUALIFICA!
L’argentino è stato infatti “pizzicato dalle telecamere dello Juventus Stadium in un momento di totale frustrazione al triplice fischio del direttore di gara. Uno sfogo condito da presunte espressioni blasfeme che potrebbero far scattare giornate di squalifica che metterebbero a rischio la sua presenza anche nello spareggio scudetto del Maradona contro il Napoli.
La prospettiva di puntare a vincere ogni trofeo, senza questi accorgimenti, rischierebbe di naufragare tramutando una stagione potenzialmente leggendaria in una anonima e senza trofei.