Conferenza stampa pre partita sui generis a Milanello alla vigilia di Milan-Feyenoord di Champions League. In assenza di Sergio Conceicao, impegnato in Portogallo per i funerali dell’ex presidente del Porto Pinto da Costa, ha parlato in conferenza stampa Zlatan Ibrahimovic, accompagnato da Fikayo Tomori.
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Le parole di Ibrahimovic
L’importanza di San Siro:
“È una situazione rara che io sia qui. L’allenatore sta tornando dal Portogallo. Domani i nostri tifosi saranno importanti. I loro hanno spinto tanto a Rotterdam. Io sono fiducioso che domani con 80 mila milanisti allo stadio insieme a quelli in tutto il mondo sosterranno la squadra al massimo. Sarà poi la squadra che dovrà prendere tutta questa energia per fare il massimo“.
Sul Milan altalenante:
“I momenti negativi arrivano. Non è facile essere sempre al top. Sul lungo periodo si deve lavorare e lo stiamo facendo sulla mentalità, sulle cose da squadra. Anche nei momenti non molto positivi, devi tirar fuori quella mentalità. Io parlo tutti i giorni con i giocatori. Insieme cerchiamo di trovare soluzioni, ma non devi dare troppe informazioni. Se poi parli tutti i giorni con i giocatori, alla fine le cose sono troppe non entrano. È come dire a tua moglie che la ami tutti i giorni. Ma poi devi dimostrarlo con i fatti”.
Sull’interpretazione della partita domani:
“La squadra deve essere concentrata, aggressiva, concreta. Devono entrare con la mentalità da finale. È importante giocare bene, ma ancora più importante è vincere. Dobbiamo fare risultato se vogliamo passare. Ognuno deve spingere il compagno. È un lavoro collettivo che inizia dalle individualità. Anche chi è in panchina deve spingere, è tutto collegato al collettivo. È questo che fa un gruppo e fa squadra“.
Partita decisiva anche per la società:
“Per me personalmente è importante, perché sono un vincente e qui voglio sempre vincere. Io voglio portare a casa risultati. Non sono uno che cerca di fare cose che non rimangano nella storia, anzi il contrario: cerco di fare la differenza per scrivere la storia. Per fare la storia, devi vincere. Questo è il Milan. Se guardate la storia della Champions, il Milan ha scritto la storia della Champions. E noi vogliamo continuare a farlo“.
Su Gimenez:
“Ci aspettiamo tanto dai nuovi arrivati. Joao Felix può fare di più. Gimenez è quello che può crescere più di tutti e diventare ancora più forte. E poi ci sono anche Bondo e Sottil che possono crescere ancora. Da loro il club si aspetta tanto. Gli ho già detto di prendersi spazio perché non possiamo aspettare troppo. Devono spostare gli equilibri. Galliani diceva sempre: ‘I giocatori devono solo pensare al calcio, al resto pensiamo noi’. È questo che facciamo. Gimenez è quello che ci mancava: davanti alla porta è un killer, ma deve anche correre, perché col mister se non corri non giochi. Lui deve essere come nell’ultima partita: essere presente al momento giusto. Un pallone può arrivare da qualunque parte, anche da Maignan, e lui deve farsi trovare pronto“.
La figura di Ibra per la squadra:
“Sono un backup di tutti. Io qua sono una riserva. Scherzi a parte: il mister non c’è perché ha avuto un lutto personale. Io sto aiutando il Milan“.
Spesso vicino alla squadra:
“Ero presente anche in estate alle conferenza dei nuovi acquisti. Anche con Fonseca ci parlavo tutti i giorni, sono presente a Milanello. Lo stiamo facendo anche ora. Oggi è una situazione rara, diversa come dopo il Verona. Non è cambiato niente“.
Sulle avversarie per la Champions League:
“La situazione cambia ogni settimana. Noi dobbiamo stare concentrati su noi stessi. Ogni partita è come una finale. Così come quella di domani. Chi sta davanti a noi, tutti stanno facendo di tutto per arrivare quarti. Sarà una battaglia fino alla fine“.
Su Jimenez e il Real:
“In estate avevo detto che sarebbe stato il vice Theo, e con un po’ pazienza ci è arrivato. Il Real ha la recompra, ma abbiamo un buon rapporto con il Real Madrid. Ad oggi non ci sono discussioni. Ci sono Camarda, Jimenez, Bartesaghi, Torriani, Zeroli al Monza, Cuenca al Genoa, Stalmach in Germania, Liberali ha debuttato: questa è la nostra strategia. Mi dispiace che Jimenez non sia in lista Champions quest’anno, ma l’anno prossimo ci sarà“.
La proprietà in vista del Feyenoord:
“Noi parliamo tutti i giorni con Cardinale e lui è molto coinvolto e carico. Vuole che il Milan vince. Ci dà forza e fiducia”.
Theo ha l’adrenalina giusta?
“Questi sono momenti speciali. È tutto concentrato su una partita. Ognuno ha il suo approccio alle gate. Io ero più concentrato, non mi servivano scaramanzie o altro: avevo fiducia in quello che facevo. Theo ormai non è più un ragazzino. Lo era quando sono arrivato io, ma adesso è cresciuto ed è uno dei più forti del mondo. Sa che cosa deve fare per tirare fuori il massimo da sé stesso. Deve trovare il ‘trigger point’ per alzare il livello. Ed è difficile. Bisogna trovare il giusto modo per caricarsi. Tutti dicevano che io fossi sempre arrabbiato, ma era solo un modo per caricarmi“.
Leão e la fase difensiva:
“Tutti parlano di Leão e tutti gli dicono come giocare. Lui è uno dei più forti del mondo. Quindi sa come si gioca. Gli si può dire dove deve stare tatticamente e lo puoi spingere per correre di più. Ma è tutta roba di tattica. Come si gioca non lo spieghi: è lui che lo spiega. Lui è lui ed è uno dei più forti giocatori del mondo. State tranquilli, Leão sa cosa sta facendo“