Sempre gli stessi colpevoli, dal 2022 a oggi: ma martedì we have to vincere

Scrivo in aereo, di ritorno dall’Olanda: l’ennesima delusione di una stagione letteralmente estenuante,  un’annata che sta togliendo davvero le forze ai tifosi milanisti con questo saliscendi continuo di illusioni e disastri. Ogni partita, per un motivo o per l’altro, ti lascia sensazioni controverse: vinci bene? Non ti fidare, alla prossima andrà tutto male. Perdi? Chissà, magari arriverà immediatamente il riscatto. Equilibrio? Zero, in campo come nel ruolino di marcia.

Riprendo però un discorso lasciato in sospeso la scorsa settimana: quello di uno spogliatoio che a gennaio ha visto un’opera di bonifica da pedine che ormai sull’ambiente avevano un impatto totalmente negativo. Ecco, la sensazione è che questo tipo di lavoro sia solo a metà e sia da finire assolutamente in estate. Perché l’unico fattore fisso di tutte le grandi delusioni degli ultimi anni sono proprio quei giocatori che in passato possono essere stati croce e delizia, ma che oggi sono croce e basta. I nomi li conoscete, inutile farli: li conosce soprattutto chi dovrà andare  assolutamente a fondo di questa situazione,  costi quel che costi. Il filo rosso che unisce a ritroso Zagabria, Torino e Rotterdam (2025) alle umiliazioni dei 5 derby persi (2024), al 2-5 col Sassuolo, la disfatta contro la Lazio (2023) e la lezione di Londra (2022) è sempre e solo quello di chi stava in campo. Non ci sono altri fattori in comune: allenatori, dirigenti, acquisti recenti più o meno azzeccati sono tutti diversi. Tutto questo non può essere in nessun modo un caso.

L’esperimento “Fantastici 4” dal primo minuto è stato obbligato da assenze e indisponibilità: quella che era a tutti gli effetti una formazione di emergenza, è stata “mascherata” da scelta offensiva, ma in campo ha mostrato la sua vera natura. Come tale bisogna prenderla e valutarla: la loro coesistenza è forzata dal primo minuto, perché chi dovrebbe reggere il castello non ne è in grado. In tanti hanno gettato la croce su Christian Pulisic, ma l’unica colpa di Captain America è quella di averci abituato bene, troppo bene, a differenza di chi sta dall’altra parte. Il 4-4-2 a 4 punte sarà replicabile solo in situazioni di assalto, d’accordo, ma fin quando l’alternativa sarà ancora Terracciano, resta un azzardo inevitabile.  La beffa? Il vero “insostituibile” a questo punto, paradossalmente, è Yunus Musah.

Ci tengo particolarmente a vendicare martedì la brutta serata del De Kuip: il Feyenoord, sicuramente bravo in campo, è stato maleducato e provinciale nei confronti di tutti. Dalla conferenza stampa fiume del terzino Smal (in Champions i giocatori non fanno parte delle attività di conferenza post partita!) che ha fatto arrabbiare – a ragione – Conceicao, alla tenda in plastica adibita come mixed zone (mai vista in 20 anni di carriera), passando dall’atteggiamento ostile nei confronti di chi, come me, stava provando solo a fare il suo lavoro. A proposito: il video del mio litigio ha fatto il giro del web e mi fa molto piacere. Pur parlando solitamente l’inglese decisamente meglio di come ho dimostrato nel frangente, sinceramente  nel nervosismo mi interessava solo che si capisse bene quanto fossi arrabbiato: non era un esame di Harvard, quelli li lascio al Marziano. But in my opinion, la next volt, the Holandes will think on prima of make incazz an italian, trust me!

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