Michael Kayode riparte dalla Premier League, il campionato a detta di tanti più importante e prestigioso al mondo: a gennaio si è perfezionato il suo trasferimento in prestito con diritto di riscatto al Brentford dalla Fiorentina, con il giocatore che ha già esordito nel finale della sfida al Tottenham.
In esclusiva a Sportitalia è intervenuto per parlarci di lui Andrea Ritorni, che da sempre segue Kayode nel suo percorso e da giugno 2021 è Chief Scouting per la VigoGlobalSport Service di Claudio Vigorelli, agenzia che ha in procura il ragazzo.
Con che spirito si è approcciato alla Premier League?
“Lo sento quotidianamente, è molto, molto contento. Dopo aver ringraziato la Fiorentina è andato in un’altra gran bella società, con un centro sportivo meraviglioso ed uno stadio unico. Ha debuttato contro il Tottenham e sabato affronta il West Ham. Thomas Frank è felice di poterlo allenare, ora Mike ha da rimboccarsi le maniche, ma è pronto, è un lavoratore e non ha paura di niente. Da un lato è un traguardo, se si pensa che nel 2021 era al Gozzano, dall’altro un punto di partenza”.
La Premier è un campionato adatto a lui?
“Per un giocatore con la sua struttura fisica, il suo motore, la sua voglia di lavorare, penso che la Premier sia l’ideale. C’è un calcio molto fisico lì. Il Brentford era la sua prima scelta: non era andata in porto in estate, in inverno sì. Ovviamente deve lavorare, pulirsi un po’ dal punto di vista tecnico, migliorare. Ma ha 20 anni e 15 anni di carriera davanti. In casa parlano sempre inglese in una famiglia meravigliosa fra il padre, Antony, la madre Victoria ed il fratello Davide, questo aiuta”.
Non le voglio chiedere se la Nazionale sia il suo massimo obiettivo, ma il gol che ha regalato l’Europeo Under 19 è il momento che gli ha dato più orgoglio?
“Assolutamente, un gol bellissimo. E’ partito da lì e non si è mai fermato. E’ andato direttamente in ritiro al Viola Park, ha giocato un anno intero senza mai riposare, ma per arrivare ai grandi palcoscenici serviva lavorare. Ora deve pensare a fare bene al Brentford, migliorando a certe carenze, per poi puntare sempre in alto. Come alla Nazionale, che è un traguardo per chiunque si proietti a fare il calciatore a certi livelli. Ha tutte le carte in regola per giocarsi le sue chance, lavorando”.
Un obiettivo per lui potrebbe essere quello di tornare in Serie A da protagonista, un giorno?
“Penso sia prematuro fare questo tipo di discorso, è arrivato in Inghilterra, dove è contento e sta bene. Non voglio essere ipocrita e parlare di quello che sarà, non avendo la sfera magica. E’ felice di indossare questa maglia vivendo una cultura di calcio completamente diversa dalla nostra, sia dentro che fuori dallo stadio”.
Se si guarda indietro quali persone gli hanno lasciato di più nel suo percorso? A partire da lei…
“Di me non parlo, perché per me è di famiglia, cerco da sempre di consigliarlo sul percorso calcistico, tenendo anche lontane le persone sbagliate. In primis comunque metto la sua famiglia, papà Antony, mamma Victoria, il fratello Davide. Joe Barone lo voglio ricordare perché era molto attaccato al ragazzo. C’è un aneddoto su di lui, che diceva sempre ai giovani di non sperperare i soldi. Mike promise a Barone che al suo primo contratto avrebbe comprato una casa ai genitori e dopo averlo detto, lo ha fatto. Bisogna ricordare anche il settore giovanile e la prima squadra della Fiorentina, tutti gli allenatori e dirigenti che ha avuto hanno fatto un grande lavoro. Da Aquilani a Italiano, da Angeloni a Pradè. Non è una persona unica, ma un puzzle. E chiaramente determinante è stato Claudio Vigorelli, ha 40 anni di esperienza. C’è una cosa che lui dice sempre e che è veritiera: ‘Il tempo è galantuomo’. Ha sempre cercato di far fare i passi giusti al ragazzo. Insieme a me Claudio ha aiutato tanto Mike, soprattutto dal punto di vista burocratico. Aggiungo che l’aspetto legale del suo trasferimento lo ha curato l’avvocato Giuseppe Pesce. Infine c’è la sua fidanzata Eleonora, conosciuta a Firenze, che penso lo raggiungerà in Inghilterra”.
Al di là di cosa succederà, Firenze rimarrà una città cui è legato a doppio filo, insomma.
“Gli è venuto il magone a lasciare Firenze, la Fiorentina è la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. Quando era al Gozzano c’era anche il Parma che lo seguiva, ma avevo fatto tutto con la Fiorentina ed avevo rispettato la stretta di mano data a Valentino Angeloni, è stato lui a volerlo in viola. Per cui sì, Firenze è e rimarrà nel suo cuore”.
Il Parma c’era anche a gennaio? E la Roma?
“La Roma sì, il Parma non mi risulta. Ai giallorossi piaceva come giocatore, poi non si è andati avanti”.