Il protocollo è uno scandalo: ennesima conferma lunedì sera durante Inter-Fiorentina, eppure nessuno muove un dito. Incredibile e vergognoso che nel 2025 un calciatore faccia un cross non valido di 20 centimetri (giù o su di lì) rispetto al consentito, il pallone era uscito e se ne sono accorti persino a Sesto San Giovanni. Il guardalineee, invece, era lontanissimo dall’azione e bisogna sopportare una cosa del genere perché nessuno può modificare il protocollo. Sarebbe come se un malvivente venisse sorpreso dalla cassiera del supermercato mentre fa una rapina, però nessuna pena in assenza di telecamera. Il protocollo andrebbe modificato subito, in colpevole ritardo, invece neanche domattina accadrà. Tutto il mondo calcistico ride di noi, intanto siamo qui con le mani in mano e i pollici incrociati. Questo è il Paese degli incapaci, sospendono Pairetto per un turno quando è la millesima volta che sbaglia una partita, che non vede un fallo a due metri di distanza, che non sanziona come si deve e che prende lucciole per lanterne. Se lo sospendi per un turno, che senso ha? Non farà danni per una giornata, ma ci riuscirà con gli interessi quando verrà riabilitato. Pairetto dovrebbe smettere di arbitrare senza se e senza ma, invece è ancora lì. Questo è il Paese che permette al Taranto di iscriversi, eppure chiunque sapeva – la scorsa estate – che era alla canna del gas. Ora che il Taranto prende quattro, cinque o sei gol a partita e pretendono che non si parli di campionato falsato. Cosa volete che sia il protocollo? Teniamocelo così com’è, già siamo una barzelletta, la nostra missione resterà quella di farci ridere addosso.
La Juventus ha avuto la bravura e la fortuna di prendere Kolo Muani, eppure ci sono gli “artisti” che fanno le pulci all’operazione. È costato troppo, non avrebbero dovuto prenderlo, sarebbe una follia se non ci fosse la certezza di andare oltre questa stagione. Scandalosi: se non lo prendi, hanno menato il torrone per tutto l’autunno e mezzo inverno, è un errore clamoroso; se lo prendi costa troppo, come se fossero loro a pagarlo. Pensassero a vendere i giornali che non ci riescono più: ai miei tempi sotto le 300 mila copie c’era il coprifuoco e la minaccia dello stato di crisi. Adesso arrivano a 30 mila, quando ci arrivano, e si dedicano alla morale sulle operazioni di mercato. Potrebbero pure farla, la morale, se si fossero degnati nei tre anni precedenti: invece sono stati muti, chissà perché. Nei tre anni precedenti hanno mandato a soqquadro i conti della Juventus, rischiando e sfiorando la bancarotta, sventrando i conti e assaltando il bilancio senza alcun tipo di scrupolo. Vorremmo dirvi di Pogba, Paredes, Di Maria, Vlahovic, Chiesa e gli ingaggi milionari distribuiti qua e là, 14 milioni lordi a capoccia (in qualche caso anche oltre). Quando venne fatto scattare il rinnovo milionario di Alex Sandro legato a (inutili) presenze, neanche una parola o mezza riflessione. Anzi, applausi. A quei tempi, chissà perché, era tutto lecito: l’allenatore era simpatico, il direttore top, tutti muti. È andata avanti per tre anni senza alcun tipo di osservazione o critica, un trofeo in bacheca – la mitica Coppa Italia – e figuracce di ogni tipo. Ora si sono scatenati dopo dieci minuti e l’operazione Kolo Muani non va bene perché si tratta di un salasso, i nostri fantastici esperti di economia prestati al giornalismo sportivo.