Schumacher, rivelazione terribile: "Lesione fatale" (Foto da X) - Sportitalia.it
Michael Schumacher continua a far parlare di sé: ha stupito parecchio la rivelazione arrivata sull’incidente del campione.
Michael Schumacher continua ad essere protetto dall’affetto e soprattutto dal silenzio della sua famiglia. Di lui si è saputo davvero pochissimo da quando è avvenuto il maledetto incidente sugli sci ormai 12 anni fa. I suoi fan non riescono ancora ad accettare quanto gli è accaduto e sono rimasti spiazzati anche da una rivelazione che è arrivata in queste ultime ore.
La carriera con la Ferrari in F1 di Schumacher parla da sola. Dopo essersi ritirato alla fine del 2006, apparentemente ancora al top della sua forma, Schumacher aveva 41 anni quando tornò con la Mercedes nel 2010.
Nella scuderia rivale della Ferrari, il pilota che con il Cavallino Rampante ha fatto la storia, è rimasto però solamente fino al 2012 ma non ha avuto lo stesso successo che ha raggiunto negli anni precedenti. Proprio di questo e delle cause che hanno portato probabilmente il pilota non performare ha parlato Mark Hughes a ‘TheRace.com’.
Già il suo medico personale, Johannes Peil, che è poi venuto a mancare aveva sottolineato come la carriera del campione fosse stata compromessa dall’incidente rimediato in moto: “Aveva una grave ferita alla settima vertebra del collo. Una frattura della prima costola sinistra e una frattura alla base del cranio, più o meno delle dimensioni di un’unghia del pollice ma in un punto che sosteneva l’intero peso del cranio”. Sottolineando come l’incidente avesse ormai compromesso la sua carriera da lì in poi.
Di fatto, una caduta violenta in cui ha sbattuto fortemente la testa sul circuito di Cartagena ha compromesso perciò la sua carriera. L’incidente si è infatti rivelato molto peggio di quanto si immaginasse e le spiegazioni che sono arrivate hanno in questo senso spiazzato maggiormente i tifosi del pilota e in generale chi quegli anni della F1 li ha seguiti con passione.
Schumacher, però, nonostante tutto, non si è mai arreso. Tanto che ha atteso pazientemente e ha lavorato per tornare a guidare una monoposto in Formula 1. Ci è a tutti gli effetti riuscito con la Mercedes, nonostante i risultati non siano stati quelli sperati. La vera vittoria in quel caso è stata riuscire a compiere l’impresa.
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