Sono giorni strani a Napoli, in cui una gag che non lo era nemmeno, un lazzo estemporaneo da nulla, è diventato questione di Stato, con una fetta consistente e rumorosa della comunità locale offesa a difesa del nome della città, e impegnata a comunicare al sottoscritto l’avvertimento di non mettere piede in città se non a suo rischio e pericolo.
Rimanendo sul calcio che francamente dovrebbe essere l’unica cosa di cui dovremmo preoccuparci, i postumi della debacle di mercato rivelano quanto i tifosi napoletani nella loro difesa d’ufficio del Napoli, non abbiano capito nulla di Antonio Conte. Che non è venuto a giocare per il secondo posto. E’ ovvio che nelle dichiarazioni Conte dica altro per togliere pressioni, ma è evidente che non fai un mercato da 150 milioni su un telaio due anni prima campione d’Italia per entrare solo in Champions.
Ma è ugualmente evidente che anche se Conte da fenomeno qual è, sia riuscito a fare a meno di Kvaratskhelia, non significa che perderlo a gennaio non sia un evidente svantaggio.
E in un campionato così livellato, dove il Napoli ha meno opzioni dall’Inter ma bilancia ampiamente con il giocare solo una competizione, caricarsi una variabile simile è davvero un rischio non necessario.
E allora come funziona? Invece di aiutare Conte, il Napoli gli rende il compito più difficile? Cioè Conte deve quasi rammaricarsi di essere il migliore di tutti, perché questo fa dire a De Laurentiis: “Vedi, siamo comunque primi”?! Quindi per essere sicuro di ricevere una pedina valida dal mercato Conte avrebbe dovuto augurarsi di essere più indietro?!? Assurdo.
Poi Conte è capace di fare tali miracoli che può rendere perfino Okafor d nuovo utile. Ma il punto non è quello. Okafor è la quinta scelta, persi Garnacho, Adeyemi, Saint-Maximin e Yeremay. E il Napoli ci ha provato per quelli, per carità. Ma non ne ha portato a casa nessuno. E il ‘quasi’ quando ti giochi uno scudetto non vale. Il Napoli doveva a Conte una pedina valida, fosse anche costata una decina di milioni in più. Perché Okafor non è nemmeno una quinta scelta. E’ uno che nello stesso giorno in cu Kvaratskhelia andava al PSG, veniva rimandato al mittente dal Lipsia perché non in forma.
E magari Sant’Andonio farà di nuovo il miracolo. Ma aiutati che Dio t’aiuta.
E Antonio è furioso. Perché sente che è tutto sulle sue spalle.
Ma è anche maturato. Qualche anno fa sarebbe eruttato prima o dopo Roma-Napoli. Adesso ha capito che sarebbe stato controproducente perché le certezza del Napoli sono fragili, tutte affidate a lui, e che l’ambiente attorno è ripiegato in una infantile difesa del Napoli in quanto Napoli a prescindere, e che si aspetta che lui faccia il miracolo. Se poi arriverà lo scudetto, Conte presenterà il conto.
Ma c’è una cosa che è ancora più incomprensibile.
Ed è l’errore strategico di De Laurentiis.
Perché nessuno è un pokerista come lui, capace la scorsa estate di vincere su quasi tutta la linea: portare Conte alla sue condizioni e fare un perfetto mercato in entrata, anche se poi ha combinato un disastro su Osimhen.
Beh, il suo errore politico adesso è abbacinante.
Perché si è messo nella posizione in cui se il Napoli vincerà lo scudetto, si dirà che sarà merito di Conte nonostante tutto.
Ma se il Napoli non dovesse vincere, si dirà che lui non ha provveduto nel momento decisivo.
Probabilmente Antonio Conte gli eviterà l’incomodo. Ma davvero, il rischio che il Napoli ha scelto di correre è immotivato.