Oggi è tutto troppo facile. Così tanto facile, che quasi si perde il gusto di sottolineare una cosa tanto evidente quanto oggettiva: che Giorgio Furlani sia stato il Re incontrastato del mercato di gennaio non fa più rumore oggi. La drastica rivoluzione progettata in casa Milan assume contorni sovrannaturali quando poi, dal campo, l’occhio si sposta su quello che dovrebbe essere il piano dolente di un mercato faraonico, quello economico: ma quello, si sa, è il giardino di casa Furlani. E così, scopriamo che l’impatto sul bilancio dei 5 nuovi arrivi è praticamente pari a zero, o al massimo un milioncino: mai la citazione di Ibra (quando Giorgio parte coi calcoli è un mostro) ci sembra più azzeccata. Ciliegina sulla torta, da ieri anche il campo ha iniziato a parlare: gol di Furlani (anzi, Felix) su assist di Giorgio (anzi, Gimenez). È un discorso ancora molto lungo e complesso, quindi meglio tenere i piedi per terra, ma l’inizio del nuovo Milan è stato decisamente incoraggiante: Conceição potrebbe aver trovato la strada nel 4-4-2 con Gimenez e Felix avanti, ma questo lo vedremo nelle prossime partite. Questa squadra, seppur profondamente rinnovata, ci ha illuso e deluso troppe volte per cascarci ancora.
Se gli acquisti sono stati di primissima qualità (Joao Felix tocca il pallone con una classe da vero Milan), troppo sottovalutate sono state le cessioni. Lo spogliatoio aveva bisogno di rinnovarsi, senza quelle figure tossiche che di fatto in questi anni hanno combinato più guai che cose buone, con un vero e proprio sciopero nelle ultime settimane. In particolare, imbarazzante il comportamento di Bennacer, che per l’ennesima volta va a piagnucolare per essere ceduto, ancora una volta l’ultimo giorno del mercato: nessuna riconoscenza per quanto il Milan lo abbia aspettato, profumatamente pagato, a ogni infortunio e a ogni impegno della nazionale, quelli mai saltati. Col colpo Bondo, merito di Geoffrey Moncada, che se Furlani è il Re è certamente almeno il Principe di questo mercato (rinnovate il contratto di quest’uomo in fretta, grazie!), il Milan stavolta ha risposto duramente: via chi non merita, dentro ragazzi volenterosi e seri. Un avviso anche a chi è rimasto: a giugno, comunque ti chiami, sarà tempo di valutazioni definitive anche sui soliti nomi hot.
E a proposito di nomi “hot”, un dubbio mi attanaglia: e se a restare fuori per dare equilibrio al nuovo 4-4-2 fosse in tante partite proprio Leao? Funzionerebbe, ma solo a patto che il giocatore la viva come nel basket, cioè con l’importanza di chi subentra e spesso decide con la stoccata finale. Posto che c’è spazio per tutti, lo capiremo comunque presto. Ma questo Milan non ha tempo di aspettare nessuno: c’è da salvare una stagione. Tutti uniti, per un solo obiettivo!
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