Il Milan è Felix, ma anche la Fiorentina. Conte tradito. Lazio, un colpo intelligente

Dimmi cosa vuoi per essere Felix? Il Milan ha aspettato l’ultimo giorno per portare Joao alla corte di Conceicao. L’importanza di avere un procuratore vicino all’allenatore ti consente di sbloccare situazioni complicate. Jorge Mendes si è sbattuto per accontentare il suo assistito, consegnandogli un ragazzo che ha bisogno di recuperare visibilità e fiducia. Ma il Milan era già Felix, molto Felix, per aver strappato Santiago Gimenez al Feyenoord. La strategia è stata giusta, la storia della clausola da 35 milioni più 5 di bonus è stata sottovalutata da tanti. Il Milan la conosceva e l’avrebbe pagata, ha trattato con gli olandesi che non avrebbero più trattenuto il loro Santi e ha strappato un piccolo sconto. Nel giorno di Joao Felix si sono materializzati, chi prima e chi dopo, Bondo e Sottil, aggiungiamo Walker arrivato in largo anticipo rispetto ai suoi nuovi amici rossoneri e il frullato è servito. Un frullato che può avere un buon sapore e rivitalizzare una classifica brutta, il Milan ha un ritardo non incolmabile dalla zona Champions. Inutile trattenere Bennacer visto che (non da ieri) aveva la testa altrove, liberarlo per De Zerbi a Marsiglia ha avuto il significato di non avere a metà febbraio problemi di broncio e dintorni. Chi vuole andare è giusto vada, non posso pagarti perché pensi di farmi un favore. Il Milan ha raggiunto gli equilibri che voleva, aumentando la qualità dell’organico, ma è giusto che faccia mente locale sul fatto di aver smontato – contraddicendosi – gran parte del mercato estivo. Sono rimasti Fofana e Pavlovic, anche Emerson Royal ma soltanto perché si è infortunato. Con il senno del prima e non del poi Moncada e Furlani avrebbero dovuto intuire che Morata non è uno specialista da 20 gol e neanche un ragazzo di 22 anni per meritare un lunghissimo pluriennale con tanto di pentimento dall’estate all’inverno. Gli errori ci sono sempre, certo, a patto di non esagerare.

Dalla sessione invernale di calcio mercato emergono diverse cose. La prima: hanno tutelato zero Conte, ringrazio chi ama il Napoli e condivide un concetto che scatta in automatico se hai un po’ di sale in zucca. Chi non è d’accordo e vive da sempre per il bastian contrario, giusto che vada avanti su quel sentiero poco frequentato. Ripeto: la forza del Napoli è Conte, tutto il resto è noia, assenteismo e lentezza del direttore sportivo. Ripeto bis: le parole di Conte sul mercato in una recentissima conferenza stampa vanno lette con attenzione e valgono più di qualsiasi altro giudizio. A Firenze, invece, sono molto svegli e hanno messo su una squadra forte: se Fagioli e Zaniolo rendessero al 60-70 per cento del loro standard, il salto di qualità sarebbe immediato. La Lazio ha lavorato in condizioni difficili: l’indice di liquidità bloccato è un fardello. Tuttavia il club ha avuto due meriti, indiscutibili: si è fatto scivolare addosso la vicenda Casadei che avrebbe potuto stendere un bisonte, incassando il colpo senza farsi prendere dallo sconforto. Poi Fabiani ha chiuso un paio di operazioni nel giro di poche ore, Provstgaard e Belahyane. Andare sui giovani bravi è già un titolo di merito, significa programmare il futuro in anticipo. Il 2004 strappato al Verona è un predestinato, sarebbe sorprendente se non sfondasse. Proprio per questo motivo l’operazione Belahyane, a fari spenti nella prima domenica di febbraio e a poco più di 24 ore dallo stop, merita da sola un voto alto.

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