L’opposta della Vero Volley Milano e dell’Italia, campionessa olimpica, si lascia andare ad una confessione che fa venire i brividi
Non sarà mai una tra le tante, perché Paola Egonu non è una come le altre. L’opposto della Vero Volley Milano e della Nazionale italiana, vincitrice dell’oro olimpico, è una delle migliori pallavoliste del mondo, anzi la migliore del 2024 secondo i canali social della federazione internazionale.
Lo scorso anno ha coronato il sogno olimpico con Julio Velasco, mentre ora vuole portare Milano al successo in campionato. La Egonu però è anche altro oltre che una giocatrice di pallavolo: spesso ha prestato il suo volto per campagne di sensibilizzazione contro il razzismo e si è voluta spendere sull’argomento ancora una volta.
Intervistata da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, la 26enne opposta non ha nascosto le problematiche nell’essere una ragazza di dolore in Italia. Il suo racconto mette in brividi per quanto metta a nudo una condizione che è comune a molte ragazze, giovani e meno giovani. “I miei genitori mi dicevano di non mettere le mani nella borsa al supermercato perché qualcuno avrebbe potuto pensare che stessi rubando“, le sue dichiarazioni.
Paola Egonu e il razzismo: “L’unione vince”
Non semplice per una bambina arrivare a capire certe dinamiche, ma Paola Egonu non ha perso la speranza in un mondo migliore e più umano. “Le nuove generazioni non percepiscono la diversità come un nemico – ha affermato sempre da Fazio – e spero che essere riuscite a portare a casa la medaglia d’oro con la nazionale possa far capire che l’unione vince“.
Un messaggio di armonia e fratellanza arrivato grazie allo sport e grazie a chi ha saputo essere guida meravigliosa per il gruppo di ragazze terribile che si è arrampicato fin sul gradino più alto del pdio a Parigi 2024. C’è spazio anche per lui, per Julio Velasco, nelle parole della Egonu: “Il suo merito è stato quello di riuscire a parlare con Paola: dietro Egonu c’è una ragazza di 26 anni con tante emozioni e che avvertiva la responsabilità di dover aiutare la squadra“.
Proprio quella responsabilità che il tecnico argentino le ha tolto: “Mi ha fatto giocare libera, serena e spensierata“. Proprio come dovrebbe essere qualsiasi bambina, al di là del colore della pelle e della provenienza, senza aver paura che uno stolto pregiudizio possa mal interpretare un qualsiasi gesto.