Una notizia terribile ha sconvolto il mondo dello sport: addio ad un altro modello di sacrificio e passione.
Il mondo dello sport piange l’ennesima figura, esempio di passione, dedizione e soprattutto di grande altruismo. Lo scorso venerdì, infatti, Guglielmo Trentin è venuto a mancare. Una vera e propria icona a Maserà, comune di 9000 anime in provincia di Padova in cui ha saputo ritagliarsi uno spazio ben preciso mettendo al centro di tutto lo sport e venendo apprezzato per la sua professionalità e grande talento.
La figlia Silvia, infatti, lo racconta così a IlGazzettino.it: “Un’istituzione direi perché grazie alle sue passioni sportive e ai suoi incarichi istituzionali era conosciuto e ben voluto da tutti“. Trentin, infatti, oltre ad esser riuscito a diventare un vero e proprio emblema della comunità di Maserà ha ricevuto anche un’onorificenza della Repubblica Italiana come Cavaliere dello Sport.
Guglielmo Trentin, tra sport e sociale
Fin da ragazzo è stato sempre un grande appassionato di sport: su tutti il culturismo. Una passione che ha trasmesso alla figlia Silvia ma anche a tutti i suoi allievi presso la palestra da lui fondata. Di conseguenza, è arrivata la carica di Cavaliere dello Sport che Silvia commenta: “Questo suo interesse gli è valso l’onorificenza della Repubblica Italiana come Cavaliere dello sport. Una passione continuata anche durante la terza età quando si dedicò alla corsa. Si aggregò ai Podisti di Maserà continuando a macinare chilometri fino a poco tempo fa”.
Anche nel sociale, infatti, Guglielmo Trentin è sempre stato attivo per il bene della comunità: “Da più di quarant’anni era segretario e tesoriere in parrocchia: una persona di fiducia che ha saputo conquistare la stima dei diversi parroci che si sono susseguiti. Si occupava anche della sagra, gestendo il tendone del ristorante, o delle feste per le vocazioni. Mancherà veramente a tanti“.
Inoltre, essendo uno sportivo a 360 gradi non solo gareggiava e metteva in mostra i fondamentali dello sport vincendo e soprattutto distinguendosi per le sue qualità umane ma si rendeva utile anche in situazioni molto più serie: “È stato due volte campione del mondo over50 di distensione su panca. Ci teneva molto alla salute ed era uno storico donatore di sangue, medaglia d’oro per numero di donazioni“. Parole che certificano la grandezza di un uomo capace di unire la passione per lo sport all’altruismo e responsabilità nel rendersi necessario per salvare vite, giovando di un fisico in salute e ben allenato.