Le ultime sulla possibile squalifica del numero uno al mondo: “Ogni atleta è responsabile finanche dell’operato dei propri collaboratori”
Sinner e l’attesa infinita per il ricorso presentato dalla Wada e su cui il TAS si esprimerà il 16-17 aprile. Il tennista numero uno al mondo rischia una squalifica di un anno per la positività al Clostebol, dopo essere già stato scagionato dal Tribunale indipendente istituito dall’ITIA per non aver avuto alcuna colpa o negligenza nell’assunzione del suddetto steroide anabolizzante.
Sinner e il forte rischio squalifica: “Riscontri delle analisi sono oggettivi”
Fronte ricorso e squalifica non arrivano dichiarazioni favorevoli al fresco vincitore degli Australian Open per il secondo anno consecutivo. A ‘L’Identità’ l’avvocato Angelo Cascella, esperto di diritto dello sport e per quasi dieci anni giudice proprio del TAS di Losanna, ha dichiarato che “la positività riscontrata nelle analisi sui campioni prelevati a Sinner potrebbe portare a una squalifica perché i riscontri delle analisi sono oggettivi, dunque un risultato pacifico”.
Le quantità di Clostebol riscontrate erano davvero microscopiche, ma per Cascella non sarà un fattore di rilievo per il verdetto finale: “Non gli è contestata la malafede, che avrebbe portato a una squalifica fino a 4 anni, bensì la negligenza. Ogni atleta è responsabile finanche dell’operato dei propri collaboratori.
Per questo la Wada, ricorrendo al Tas, chiede una squalifica da 1 a 2 anni.
Paura Sinner: i ricorsi della Wada sono (quasi) sempre vincenti
Le dichiarazioni dell’avvocato Cascella non possono che aumentare la preoccupazione, alzando di molto le percentuali di una squalifica di Sinner. Aggiungiamo, poi, un’allarmante statistica sui ricorsi precedenti presentati dalla Wada: 9 su 10 hanno visto prevalere le ragioni dell’Agenzia mondiale del doping.
Il caso in cui ha perso, anche se non del tutto, ha avuto come protagonista la nuotatrice Shayna Jack, vincitrice di due medaglie d’oro a Parigi 2024. L’australiana fu trovata positiva al Ligandrol, un farmaco che aumento rapidamente la massa muscolare e accelera il recupero post partita.
Ricorso Wada, successo a metà contro Shayna Jack
La WADA la attaccò in maniera dura, chiedendo e ottenendo uno stop di quattro anni che voleva dire fine della carriera. In secondo grado, però, l’atleta di Queensland riuscì a strappare uno sconto di pena di due anni per non assunzione della sostanza consapevolmente. Shayna Jack tornò ad allenarsi il 12 maggio 2021, dopo aver scontato la squalifica.