Quando nella tarda serata di martedì, in diretta dal ristorante Boban’s (che scherzo del destino, annunciare un colpo del Milan proprio dal locale di chi lo attacca costantemente) di Zagabria, Michele Criscitiello mi ha visto in bassa frequenza sbracciare vistosamente, ha pensato che avessi fretta perché era pronto il dolce in tavola : battuta arguta ma che è solo tale, perché lavorando insieme dal 2008 e avendo fatto centinaia di dirette in esterna con lui in conduzione, sa benissimo che non è da me richiamare la linea, se non per un motivo molto valido. Tra un entrecôte e una bruschetta con uovo e tartufo, le notizie correvano sul filo Rotterdam-Milano-Zagabria: ironia della sorte, lo stesso che rischia di unire oggi, a Nyon, la Champions del Milan.
“Da stasera si inizia a fare sul serio: da stasera, inizia il conto alla rovescia che tra giovedì e venerdì porterà gli olandesi a cedere il messicano, per un’operazione che deve raggiungere almeno i 35 milioni, se non qualcosa in più”: notizia invecchiata decisamente bene.
D’altronde, avevo un volo diretto di ritorno da Zagabria nella tarda serata di oggi, venerdì: ho scelto di tornare piuttosto in pullman, 12 ore, vista l’indisponibilità di altri voli diretti ieri (giovedì), pur di essere a Milano 24 ore prima. Sapevo che era fondamentale non “bucare” la serata di giovedì: detto, fatto.
In attesa della fumata bianca per Santiago, un ragazzo che vuole il Milan fortemente da tanto tempo, archiviamo sei mesi deludenti di Alvaro Morata: un rapporto che non ha funzionato reciprocamente. È stato sbagliato prenderlo? No, perché la risposta definitiva la dà solo il campo e la dà solo dopo: citofonare per acquisti ben più onerosi, da Higuain a Origi, per informazioni. A differenza di questi, Alvaro non ha creato danno economico, a conferma che era una strada che andava provata: i suoi problemi personali e gli innegabili problemi del Milan hanno fatto naufragare la speranza di fare cose importanti insieme. Certo, con una punta vera da subito, questo Milan avrebbe almeno 4/5 punti in più: spiace per Morata, ma è un dato di fatto . Ci si lascia con dignità e consapevolezza: valori importanti, come è importante il decisionismo della dirigenza in una situazione preoccupante a livelli estremi .
Nessuno si merita di essere considerato intoccabile: tutti nel frullatore e la porta è lì, vale per i vecchi, per i giovani, per chi è qui da tempo e per chi è appena arrivato. Così, il gruppo di lavoro non ha avuto paura di auto-sconfessarsi, dimostrando intelligenza e umiltà, ma dimostrando soprattutto di avere a cuore il bene supremo, il Milan, e non le proprio idee e la propria immagine.
E attenzione: dopo Gimenez, c’è ancora vita. Come ripeto da 10 giorni anche sul mio canale YouTube (iscrivetevi qui), l’optimum sarebbe inserire anche un esterno d’attacco forte, per dare il cambio a Leao e Pulisic, in sostituzione di un Okafor ancora probabile partente. Joao Felix – ma occhio al problema dei prestiti Chelsea – e Trincao sono i primi nomi della lista ma non gli unici. E poi non Pavlovic, intoccabile, ma Tomori, che come ci racconta Gianluigi Longari, piace eccome in Premier: il Milan pensa abbia dato ormai tutto, alle cifre giuste sarebbe un grande affare.
Perché, è bene sottolinearlo ancora, il Milan viene prima di tutto il resto: la rivoluzione è folle sì, ma anche necessaria. Della serie peggio di così, non può di certo andare. E poi occhio a questi ultimi 4 mesi di esame: chi non corre, chi non si impegna, chi non fa vita d’atleta, chi non rispetta le regole… a giugno prepari le valigie. Non c’è nome, valore o popolarità che tenga: intera rosa avvisata, mezza salvata.. o forse no.
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