Un calvario durato anno ha appena avuto un esito inatteso, praticamente senza precedenti nel mondo dello sport. Dopo varie indagini è emerso che le analisi per doping sono state truccate volontariamente.
Negli anni gli atleti “pizzicati” a fare uso di sostanze dopanti hanno visto pene sempre più severe, con l’intento da parte degli organi preposti di scongiurare qualsiasi attività illecita nelle varie discipline. Già nel tennis si sta vivendo quello che tutti ormai conoscono come Caso Clostebol, con Sinner al centro della bufera praticamente ogni giorno, tuttavia quanto successo nei giorni scorsi ha lasciato tutti a bocca aperta.
Talvolta un errore può condannare o compromettere la carriera di un atleta, tanto da farlo rinunciare agli sport professionistici ed è proprio questo il caso. Una carriera nettamente rovinata da una sentenza che ha sancito una lunghissima squalifica per lo sportivo spagnolo, il quale dopo tanti anni ha tentato il tutto per tutto per salvare, se non la sua carriera, quantomeno la sua reputazione. Ci sono voluti ben due anni per sbattere in faccia la verità di fronte all’antidoping, il quale ora potrebbe anche andare incontro a risarcimenti sostanziosi se il Tribunale dovesse stabilire così.
Spagna, 5 anni di squalifica per Fernandez: le urine non erano le sue
Avete letto bene, l’atleta di duathlon Celestino Fernandez Martinez era stato condannato nel 2023 a 5 anni di squalifica per la presunta positività all’Oxandrolone, riscontrata dopo l’evento di ciclismo La Plana Challenge. Da quel momento il ciclista ha presentato ricorso in ogni grado della giustizia sportiva, ma si è visto sempre confermare la stessa squalifica, abbandonando di fatto gli sport agonistici.
Deciso a dimostrare la sua innocenza, Fernandez Martinez ha trasferito ogni incartamento al Tribunale ordinario di Madrid: da lì la svolta. Attraverso il mio avvocato – ha scritto l’atleta sui suoi profili social – ho presentato una controversia amministrativa al Tribunale di Madrid contro la risoluzione, ed è stato un magistrato a ordinare che fosse eseguito il test da me richiesto. Il test di cui si parla è ovviamente un’analisi attenta del DNA contenuto nel campione di urine, risultato poi non essere legato minimamente a quello di Fernandez. Il Tribunale di Madrid ha così scagionato il ciclista e negato qualsiasi possibilità di appello: il caso è chiuso e qualcuno ne dovrà rispondere. Inutile dire che l’accaduto ha scatenato una bufera contro tutto il sistema antidoping spagnolo, trovando ovviamente conforto in numerosi amanti dello sport che si sono scatenati in difesa di Fernandez.