L’ultima impresa straordinaria: Alex Zanardi stupisce tutti e in 15 minuti cambia il mondo della disabilità. La prossima sfida sarà un percorso in handbike di oltre 500 chilometri.
Sono passati ormai 23 anni dal primo incidente che ha cambiato per sempre la vita di Alex Zanardi. Sull’asfalto di Lausitzring, ora rinominato Eurospeedway Lausitz, il pilota emiliano andò incontro a un incidente gravissimo, a seguito del quale fu necessaria l’amputazione di entrambe le gambe: quel tracciato aveva già tolto la vita – nello stesso anno – a Michele Alboreto. Appena svegliatosi dalla delicata operazione chirurgica, Zanardi diede sfogo al suo stile e all’ironia che lo contraddistingue da sempre: “Vi volevo dire che mi sono spezzato ma non mi piego, è una gara dura ma faccio il massimo per vincerla”.
Tutti sanno bene cosa successe in seguito, perché non terminò quel giorno la dura prova in una vita piena di ostacoli per Alex, condannato a un nuovo intervento chirurgico dopo l’incidente in handbike del 2020. Da quel giorno, il pilota bolognese ha trascorso le sue giornate tra riabilitazioni e ricoveri più o meno lunghi, senza però abbandonare le speranze, anche e soprattutto grazie all’affetto della consorte Daniela e al loro figlio Niccolò. Ora Zanardi continua ad essere d’ispirazione per tutti, soprattutto per chi si trova nelle sue stesse condizioni.
545 chilometri in handbike, il sogno di Salvatore
In Calabria vive un ragazzi di 26 anni che coltiva una grande sogno. Salvatore Misasi è affetto da tetraparesi spastica, ma ha deciso che questo non può essere un ostacolo, né per lui, né per tutti quelli che si sentono costretti a vivere in casa su una sedia a rotelle. Trovando l’ispirazione dal mini documentario “A forza di braccia”, il quale ripercorre le imprese di Zanardi a Kona: triathlon che l’ex pilota ha completato in 9 ore e 46 minuti. Il ragazzo calabrese ha così deciso di voler affrontare un percorso di oltre 500 chilometri tra le bellezze della Calabria, da Laino Borgo a Reggio Calabria.
La sfida vuole essere un atto di rottura delle barriere fisiche e mentali, un messaggio di inclusione che lo stesso Salvatore ha definito così: “Mi piacerebbe dimostrare che l’habitat naturale di una persona diversamente abile non è la casa, ma la strada”. Le 12 tappe del suo percorso prevedono tratti compresi tra i 31 e i 58 chilometri ciascuno, toccando luoghi mozzafiato come il Parco Nazionale del Pollino, della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte. Salvatore arriverà a toccare un dislivello complessivo di 10.000 metri, con il chiaro intento di superare i propri limiti: “Non è il tempo a far maturare l’uomo, ma le sfide superate”