Il cammino di Sinner è cominciato molto bene in questo 2025, ma il ragazzo si trova anche ad affrontare delle difficoltà rilevanti che lo proiettano nella tempesta.
Come disse il poeta, dopo la tempesta viene la quiete, ma per Jannik Sinner non è ancora giunto quel momento a quanto pare. Il cammino agli Australian Open ha certificato, almeno per ora, il primato del tennista italiano che a breve affronterà Zverev in finale, tuttavia il torneo non è solo un impegno fisico per Jannik, bensì mentale e che si decide sui nervi.
Anche se Sinner ha raggiunto per la seconda volta consecutiva la finale dello slam australiano, ha vissuto grandi momenti di difficoltà: alzi la mano chi durante il primo set della semifinale contro Shelton non ha temuto per il peggio. L’altoatesino è stato però abile a switchare dopo il tie break e a portare a casa una gara che poi è stata tutta in discesa. Merito di Sinner e della sua tenuta dal punto di vista mentale indubbiamente, ma dietro c’è anche un gran lavoro da parte dei suoi coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, abili a isolare al meglio ogni interferenza proveniente dall’esterno. Sono stati proprio loro però a rivelare qualcosa di inaspettato a poche ore dalla finale della Rod Laver Arena di Melbourne.
Tempesta Sinner, Vagnozzi: “Jannik ha avuto tante difficoltà”
Non è un segreto che quest’anno sarà decisivo anche sui banchi dei tribunali per Jannik Sinner, ancora alle prese con gli strascichi del caso Clostebol. Stando però a quanto dichiarato di suoi coach, il campione italiano è in grado di dare il meglio di sé proprio in momenti come questo, oltre che in condizioni di estrema pressione sul campo. Proprio Vagnozzi, intercettato dalla penna di Tennis World, ha descritto il momento di Sinner dal punto di vista sportivo: “Jannik Ha gestito nel migliore dei modi tutte le difficoltà, ha lottato su ogni punto e non ha mai mollato un game. Per tutti questi motivi è di nuovo in finale in questo torneo. Lui ama i momenti complicati di un match, i momenti in cui c’è maggiore pressione”
Durante l’intervista anche Darren Cahill ha tessuto le lodi del proprio atleta, rimarcando come negli ultimi 9 mesi il numero uno del ranking abbia dovuto affrontare peripezie extra campo: “Jannik è molto maturo per la sua età ma nessuno è a prova di proiettile. Dallo scorso aprile ha vissuto momenti di grande pressione fuori dal campo ma è stato in grado di mettere tutto da una parte“. Insomma, per Sinner la tempesta sembra essere l’ambiente ideale per dare il meglio e ha dimostrato più volte di essere quel “passegger che il suo cammin ripiglia” di leopardiana memoria.