È stato uno dei protagonisti più amati dello storico club. I tifosi fanno fatica a trattenere la commozione davanti alla notizia della sua scomparsa
Se n’è andato, lasciando familiari, amici e semplici appassionati nel dolore. Il mondo dello sport perde una figura di riferimento, un personaggio capace di eccellere in diverse discipline con uguale talento.
La sua storia è la storia di un uomo che è stato protagonista dentro e fuori dal campo in eguale misura. La sua vita è stata imperniata tutta intorno allo sport, ma si è impegnato anche in politica e nel giornalismo, lasciando comunque il segno. Leo Siegel è morto all’età di 85 anni. La sua carriera si intreccia tra calcio, hockey, giornalismo e politica.
Allenatore che ha scritto la storia della Pro Patria, esperto assoluto di hockey dove è stato a lungo anche presidente federale, impegnato nella politica, giornalista e scrittore. Una personalità poliedrica la cui scomparsa lascia un vuoto difficilmente colmabile per chi lo ha conosciuto e stimato.
Nato a Torino il 17 gennaio 1940, con la famiglia si trasferisce molto presto a Milano, città a cui sarà legato profondamente. È proprio qui, ad esempio, che inizia la sua carriera politica, entrando nel 1975 in consiglio comunale. Politica come sport, il calcio in particolare: diventato tecnico classificandosi primo al corso allenatori professionisti di calcio a Coverciano nel 1980, nella stagione 81/82 è il tecnico che guida la Pro Patria a una storica promozione in serie C1. Nella sua carriera da tecnico ci sono esperienze anche nella Virtus Binasco, nella Vogherese, nel Mantova e con l’Omegna. Allenatore, ma anche osservatore per il Chievo Verona tra Serie A e Serie B.
Addio a Siegel, figura di riferimento dell’hockey su ghiaccio
Ma non c’è soltanto il calcio nel suo rapporto strettissimo con il mondo dello sport. Il suo nome è anche legato in maniera indissolubile al movimento dell’hockey su ghiaccio, sia come dirigente che come scrittore e tifoso appassionato.
Oltre ad aver scritto diversi libri su questo sport, tra cui l’opera che celebrava la vittoria dello scudetto della Saima Milano, società a cui è stato molto legato, ha ricoperto l’incarico di presidente della Federazione hockeystica nazionale, numero uno della Lega Hockey Europea e della Lega italiana Hockey.
Il suo impegno politico è andato anche avanti con la Lega, diventando uno dei giornalisti di spicco di Radio Padania Libera. Grande il dolore lasciato tra chi gli era legato, commovente l’omaggio che gli è stato tributato dalla Curva dell’Hockey Milano: “Ciao Leo, chi ha amato il Milano ti porterà sempre nel cuore“.