Poker Sportivo

Simone Andrian: “Il poker offre ancora possibilità, ma alla base ci deve essere la passione”

Il 31enne di Monfalcone (Gorizia) è una delle nuove stelle del poker italiano. Affacciatosi sulla scena del poker live nel periodo post pandemia, in solo quattro anni ha già collezionato grandi successi: due braccialetti WSOPE (2021 e 2024), un Main Event WPT Prime (Sanremo 2023) e un Main Event “national” dell’EPT (Summer Festival Malta 2023).

La sua storia, tuttavia, non è un caso isolato. Andrian appartiene infatti a quella generazione di “new kids on the block” del poker che si è formata su internet a grinding e GTO, per poi internazionalizzarsi con i tornei live e superare il quasi-blackout del mercato italiano. I nomi dei suoi colleghi sono noti agli appassionati. Parliamo di Enrico Camosci (grande amico di Andrian) e di Alessandro Pichierri, i due pionieri di questo gruppo che conta anche Fabio PelusoErmanno Di NicolaUmberto Ruggeri e altri talenti. Per dare un’idea del loro impatto, basti pensare che i primi quattro hanno portato a casa, da soli, ben 7 braccialetti WSOPE per l’Italia.

Questa pattuglia azzurra attraversa compatta i principali circuiti mondiali di tornei dal vivo, continuando a regalare gioie ed emozioni ai tifosi del Belpaese. Merita quindi di essere seguita e conosciuta. Lo scorso dicembre, abbiamo incontrato Simone Andrian all’EPT di Praga, dove ci ha concesso l’intervista che trovate qui di seguito. Lo ringraziamo per la sua disponibilità e per aver condiviso con noi la sua esperienza.

Ciao Simone e grazie per la tua disponibilità. Per iniziare, ci racconti come hai scoperto il poker e quando hai deciso di trasformarlo in una professione?

Un saluto a tutti gli amici di PokerStarsnews.it. Seguivo programmi come Poker1Mania e Poker Italia 24, anche perché in quel periodo andavo ancora a scuola e passavo più tempo davanti alla TV che sui libri. È stato amore a prima vista, un interesse che negli anni successivi mi ha aiutato anche a orientarmi. A quel tempo, infatti, ero piuttosto confuso su quale strada intraprendere e su cosa volessi davvero fare. Per me era importante trovare qualcosa che mi appassionasse, ma questo rendeva difficile prendere una decisione. Quando ho scoperto il poker, mi sono detto: “Questo è perfetto, è esattamente quello che voglio fare!”

Riuscirci, però, non è stato semplice, soprattutto a causa di alcuni comprensibili conflitti familiari legati al gioco. I miei genitori avevano molte perplessità sull’ambiente del poker e dubitavano che potessi costruire una professione solida in questo campo. Nonostante tutto, non ho mollato. Dai 18 ai 23 anni mi sono dedicato al poker online, ma poi ho dovuto fermarmi per due anni perché la situazione in famiglia era diventata insostenibile. Ho ripreso a 25 anni, dedicandomi seriamente ai tornei, una specialità che fino a quel momento non avevo mai esplorato. Da lì è iniziata la mia carriera nel poker.

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Redazione Sportitalia

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