Se nel mercato di gennaio i movimenti in entrata sembrano vincolati anche alle eventuali uscite (Frattesi che farà?), l’Inter lavora con una certa attenzione ai colpi per il futuro, sia nell’ottica di ringiovanire la rosa come da dettami di Oaktree, che per la costituzione di una squadra Under 23 dal prossimo anno. In tal senso sono da registrare gli interessamenti per due talenti del Newell’s Old Boys, Tomas Perez e Mateo Silvetti: il primo è in chiusura e potrebbe firmare con i nerazzurri per poi accettare un prestito in Italia per questi primi 6 mesi, mentre per il secondo l’interesse c’è, anche se l’accordo economico ancora manca.
Ruben Rodriguez, ex tecnico della squadra-B del Newell’s, è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlarci di loro, avendo allenato entrambi ai tempi in cui lavorava per la Lepra.
Ci parla di Tomas Perez?
“E’ un “5” tradizionale, più di gioco che di contenimento. Le sue qualità migliori sono quelle della capacità di passaggio e dell’impostazione. E’ un giocatore di talento”.
Nel 3-5-2 come lo vedrebbe meglio impiegato?
“Nel 3-5-2 potrebbe giocare tranquillamente come centrale dei 3 in mediana, davanti alla difesa. Perché ha una bella uscita palla al piede”.
Dove sta ancora crescendo?
“Può lavorare magari sull’aggressività e sulla marcatura, ma non è che sia un giocatore che non sappia marcare, anzi. Lo fa, però non è un giocatore alla Mascherano, per dire. E’ più un centrocampista di costruzione come dicevo”.
E Mateo Silvetti?
“Può giocare esterno, sia a destra che a sinistra. Può giocare anche come trequartista o seconda punta, è un giocatore molto potente, ha un tiro molto buono con entrambi i piedi. E mi ha colpito il fatto che non gli sia pesato affatto il salto dalle giovanili alla Primera Division, nonostante abbia 18 anni, in un momento non facilissimo per la squadra. Ha grande personalità. Si adatterebbe molto rapidamente all’Italia per il suo carattere e la sua fame”.
Sia Silvetti che Perez come li vedrebbe nel calcio italiano?
“Si possono adattare bene al calcio italiano. Ma bisogna comprendere il fatto che parliamo di ragazzi giovani, che hanno iniziato da poco ad affermarsi nella prima squadra del Newell’s Old Boys. Ma penso che completeranno bene e senza problemi l’ultima tappa di formazione prima di giocare fra i grandi. Dovranno adattarsi al cambio di Paese, calcio, vita. Hanno entrambi un grande futuro”.
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