L’etichetta di Gasperini boy logora chi ce l’ha. Mentre l’originale resiste, gli adepti fanno fatica. Prendete Thiago Motta. I primi 6 mesi alla Juventus sembrano aver già ridimensionato un allenatore che a Bologna ha fatto un miracolo. Una volta lontano dalla sua comfort zone, Motta ha incontrato e sta incontrando parecchie difficoltà. E se all’inizio tutto questo poteva essere normale, dopo un girone d’andata non lo è più. E il suo modo di comunicare di certo non aiuta e non lo aiuta. Distaccato, criptico e anche poco empatico. Lui che invece sembrava un tutt’uno con Bologna e il Bologna e, a dir la verità, lo sembrava anche nelle prime partite alla Juventus. Poi deve essere successo qualcosa, perchè ad essersi perso è soprattutto lo spirito di Thiago. E così facendo più che una rivoluzione, sembra una restaurazione. Troppe contraddizioni, troppi punti interrogativi. Non parla mai di crisi, ma solo di rabbia per tornare a vincere. Ripete come un mantra la parola lavoro, ma da chi è stato definito geniale ed è stato fonte di ispirazione per molti suoi colleghi, ci si aspetta gioco, spettacolo, idee e quel guizzo che ancora non si è visto. De Zerbi per fare un esempio, dall’alto della sua umiltà, l’anno scorso aveva dichiarato che stava studiando il calcio di Motta perchè ne era affascinato. Ci vuole tempo per la rivoluzione dicono, ma non può essere infinito. E allora, per me, se la Juve avesse voluto ribaltare tutto avrebbe dovuto riportare a Torino Gian Piero Gasperini. Sì, sarebbe stata la scelta più rivoluzionaria di tutte prendere l’originale per esperienza, carisma e per quel qualcosa in più che gli allievi non possono ancora avere. Koopmeiners, al centro del gioco con Gasp, sembra timido e impaurito con Motta. Già i giocatori, il gruppo, qualcosa sta andando storto. Il caso Danilo prima, la gestione di Douglas Luiz e il futuro di Vlahovic poi. C’è confusione alla Juventus nonostante l’unità di intenti tra Giuntoli e Motta. Ma alle loro spalle non c’è più la società di una volta. E’ come se mancasse qualcosa. E allora giù con il mercato. Stavolta, però, non si può sbagliare perchè ci sono diverse situazioni complicate, il rebus Vlahovic in primis. Alberto Costa è in arrivo, accelerata per Kolo Muani. Araujo, entrato benissimo nel Clasico di Supercoppa contro il Real, è un bel giocatore. Tutti nomi importanti com’erano quelli della scorsa estate, ma le cose devono cambiare soprattutto dall’interno.