Kvara-Paris, volume 2. Il sequel di qualcosa che poteva esserci 6 mesi fa e non c’è stato, ma che potrebbe diventare realtà in questo gennaio di riparazione. Per Luis Enrique il georgiano è ancora la prima scelta, e a dire il vero lo è ancora anche per Conte, ma è impossibile non cogliere i segnali. Kvara non è più quello dello scudetto, meglio rispetto all’anno scorso, ma lontano dagli standard esplosivi di Spallettiana memoria. Meno impattante, più prevedibile, insomma meno decisivo nonostante i 5 gol e 3 assist con cui ha chiuso il girone d’andata. I numeri contano, l’umore di più. Il Kvara felice di due anni fa non lo abbiamo più visto. E la felicità, per dirla alla Carnesecchi (complimenti per l’intervista) genera i risultati, non viceversa. E’ come se il tira e molla per il rinnovo lo avesse logorato. E’ come se avesse perso quella brillantezza emotiva che lo aveva reso speciale. Non è una questione tecnica, non è che gli avversari gli hanno preso le misure, è dentro Kvara, secondo me, che qualcosa è cambiato. Ma qualcosa è cambiato anche all’interno del Napoli. Parlavamo di segnali. Impossibile non accorgersi di David Neres. Impossibile non accorgersi che sembra essere tornato quello dei tempi illuminati all’Ajax. Impazzivo per quell’Ajax di Ten Hag, pieno di super giocatori, da Ziyech a De Jong, passando per De Ligt, Tadic e appunto David Neres. Sembrava un campione il brasiliano, sembrava destinato a grandi club, invece negli ultimi anni si era un po’ perso tra Shakhtar e Benfica. Adesso è tornato. E per me vale Kvara. A destra, a sinistra, da subentrante o titolare, David Neres in questo momento è l’uomo in più di Conte. E se ha fiducia sa essere devastante. Per questo privarsi di Kvaratskhelia non sembra più una pazzia. Soprattutto se l’operazione dovesse seguire le condizioni del Napoli. Perchè il sostituto Conte ce l’ha in casa e se le alternative si chiamano Zhegrova o Chiesa, gli azzurri saranno ancora da scudetto. L’esterno del Lille è un talento purissimo, ma io farei di tutto per prendere Chiesa, ai margini del Liverpool nonostante le dichiarazioni di facciata e, per me, non integrato benissimo all’interno delle stelle reds. Il video social con il siparietto con Salah non mi è piaciuto per niente, non per Chiesa sia chiaro, ma per l’atteggiamento dei compagni di squadra. Chiesa, però, deve metterci del suo se vuole tornare ad essere protagonista e non una semplice comparsa. Deve ridursi l’ingaggio, perchè in questo momento non è un giocatore da quelle cifre e perchè i giocatori, se consigliati bene, devono rendersi conto di quando possono tenere il punto e quando invece devono fare un passo indietro. Ecco per l’ex juventino è arrivato il momento di ridimensionarsi e fare un passo indietro per “salvare” la carriera.
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