Chi dice che l’allenatore influisca solo in minima parte non ha capito nulla. Soprattutto non conosce il nostro calcio e la serie A. Più scendi di categoria e più l’allenatore incide ma anche nella nostra serie A ormai i tecnici sono i più influenti, vista l’assenza di campioni. Una volta serviva la gestione; adesso con questa poca qualità non basta più. Ora che sono finiti i soldi, e i campioni sono rimasti in pochi, l’allenatore in Italia deve fare la differenza. Dividiamo il libro in tre capitoli:
Thiago Motta
Non era l’allenatore giusto per la Juventus. Il tempo gli va concesso, certo, ma quando inizi cosi puoi finire solo peggio. Per arrivare nella squadra più importante d’Italia non bastano 2-3 campionati fatti bene a Genova, Spezia e Bologna. Quello è un altro calcio. Alla Juve serve vincere e per vincere devi essere abituato a farlo. Thiago Motta non ha le qualità del grande allenatore. Uno che con Bremer fuori gestisce così Danilo senza alternative significa che vuole suicidarsi. La lettura delle partite è pessima, i cambi sono un pericolo pubblico e le poche idee che ha sono anche confuse. Giuntoli non gli ha fatto un mercato epocale ma lui sta distruggendo anche quel poco che di buono ci sarebbe da salvare. Un rischio puntare tutto su di lui dopo l’addio burrascoso con Allegri.
Antonio Conte
Il paragrafo Napoli è abbastanza chiaro. L’allenatore, oggi come oggi, in Italia deve incidere più del 50% e se De Laurentiis è furbo, visto quel Neres, può fare cassa con Kvara e ottiene un risultato migliore. Conte ha solo un grande torto: è innamorato di Lukaku ma meglio del belga ce ne sono tanti altri. Le condizioni economiche non sono state neanche vantaggiose ma per il resto, Don Antonio non ha sbagliato niente. Ha preso una squadra a pezzi e ha rivalutato in 2 mesi società, spogliatoio e piazza. Sta facendo un lavoro immane. Qui non serviva un allenatore ma un mago. Alla faccia di Ibra che non voleva l’allenatore manager. Cercava i fumetti e ha preso Zorro. Coerente. Conte è il miglior allenatore del Mondo per l’impatto che ha sulle società: devastante. Lo scudetto può vincerlo, se lo perde l’Inter. Lui, comunque andrà, sta facendo l’ennesimo capolavoro italiano.
Gianpiero Gasperini
E’ un grande allenatore. E’ uno che ci vede lungo e capisce di calcio come pochi. Il suo passato, però, parla chiaro: Genoa, Crotone e un fallimento all’Inter in poche settimane. Gasperini è forte ma deve tanto al mondo Atalanta. Il vantaggio è reciproco ma sicuramente la gestione della Supercoppa è stata una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi e dei Percassi. Se sei l’Atalanta e in palio c’è un trofeo non puoi avere la spocchia di sfidare l’Inter con le riserve e cerchi scuse a fine partita parlando di arbitri e rotazioni. Tu devi giocare con i migliori per provare, almeno, a disputare la finale. Non è un problema di 5 o 8 milioni di euro di premi. Il problema è il prestigio. L’Atalanta, per colpa del suo Mister, si è dimostrata presuntuosa. Sei una piccola realtà e appena pecchi di presunzione il Dio del calcio ti punisce. Caro Gasp, volevi tornare a casa per preparare meglio il campionato o la Champions? Stai tranquillo che non vinci lo scudetto e neanche la Champions. Almeno dovevi avere il dovere di provare a conquistare il trofeo nazionale. Ne esce malissimo lui, non l’Atalanta.
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