De Siervo: “Futuro Supercoppa? Aspettiamo un bilancio. In Italia…”

L’amministratore delegato di Lega Serie A, Luigi De Siervo ha parlato in conferenza stampa a Riyadh per la Supercoppa italiana.

Quinta finale in Arabia Saudita. Si può fare meglio a livello di contratti, di pubblico, di condivisione delle nostre tradizioni pensando al minuto di silenzio?
“Si può migliorare su tutto. Quanto alle tradizioni, Paese che vai, usanze che trovi. È come entrare in una moschea con le scarpe, dobbiamo capire il contesto: non è una mancanza di rispetto verso l’Italia o verso Agroppi, non lo è stata neanche verso Beckenbauer o Riva in passato. Qui c’è una tradizione diversa. Quando la Figc ha proposto questa cosa, abbiamo pensato insieme che sarebbe stato più opportuno farne un omaggio vero e proprio, evitando una brutta figura. Per quanto riguarda il pubblico, qui faticano a riempire gli stadi. Da noi è diverso, in realtà nella prima semifinale c’erano comunque 16mila persone, ma sono entrate dopo qualche minuto e ci sorprende. A livello di contratto, stiamo guardando al futuro: quest’area ci vuole e crede nel nostro calcio, per i vertici del pallone saudita la Serie A è il campionato più bello al mondo specie in termini di competitività”.

Avete pensato ai prossimi anni?
“Non abbiamo parlato di un rinnovo, è un contratto che durerà oltre questa edizione per altri quattro anni con altre due edizioni da disputare qui. Aspettiamo di fare un bilancio. Format? Se dovesse dipendere dalla Lega insisteremmo per giocare sempre una fase finale a quattro”.

Come sono i rapporti con l’Arabia Saudita?
“C’è una relazione molto buona, qui si è aperto un mercato interessante, i partner locali hanno fatto una scelta fortemente indirizzata a far crescere il calcio locale per arrivare alle prime 8-9 leghe al mondo e ci riusciranno. Oggi usiamo la Supercoppa per esportare il nostro calcio”.

Ritorno in Italia da escludere?
“No, potremmo farlo anche per meno soldi. Non è un tema di soldi: si fa una valutazione solo in base a questo, ma il tema è la costruzione di un mercato e di una relazione. Non basta una partita, ma una relazione costante nel tempo: siamo venuti qui 7-8-10 volte in un anno. Qui creiamo academy, aiutiamo le società a sviluppare talenti”.

In Italia è arrivato anche un giocatore saudita come Saud Abdelhamid alla Roma.
“Gli faccio i complimenti, è il primo di una generazione di ragazzi sauditi che giocherà all’estero, il nostro calcio è formativo e lo è stato per tanti Paesi”.

L’idea di formare dei vivai dei club in Arabia?
“In questo momento non esiste un progetto gestito dalla Lega in tal senso, ma è una cosa che ci è stata chiesta”.

Le cifre di questa Supercoppa?
“I benefici per le squadre derivano sia dai diritti Tv che dalle sponsorizzazioni: dopo la conferenza stampa sapremo darvi le cifre corrette, progressivamente aumentate”.

Sarà possibile da qui a nove anni vedere una partita di Serie A qui in Arabia Saudita?
“Ci stiamo lavorando da cinque anni, vorremmo imitare NFL e NBA che lo fanno da anni. Sono fiducioso sul fatto che sarà possibile, sarebbe un fatto rivoluzionario che per ora non è possibile: c’è stato un contenzioso sul tema già nel 2019, resto ottimista, penso che si potrà giocare in futuro: non credo che sia corretto giocare più di una partita a stagione lontano dall’Italia e non credo possa essere una partita importante come per esempio avverrà domani col derby. Penso che sarà una partita ‘normale’ di campionato”.

L’accordo con l’Arabia Saudita prevede sempre Riyadh come città?
“Decidono loro in base al calendario di eventi legati a Vision 2030. I nostri partner locali cercano di collocare la settimana in base alle loro esigenze di palinsesto, saremmo felici di tornare a giocare a Gedda, è stata una grandissima finale quella giocata lì”.

Ritiene possibile ospitare in Italia una partita di Saudi League?
“Al momento no, ma nel contratto c’è un’opzione per una partita tra vincente Serie A e vincente Saudi League”.

Avete una deadline per organizzare la Supercoppa 2026 e decidere sul format?
“Gennaio è funzionale per una serie di ragioni logistiche. Penso che rimarremo legati al format a quattro squadre, penso che possa interessare varie squadre attualmente in lizza per partecipare”.

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