Un ex campione del mondo nella sua specialità ammette un periodo buio per lui indimenticabile: la confessione shock.
Molte volte la maggior parte delle persone crede che tutti gli sportivi vivano una vita da sogno. La realtà dei fatti è molto diversa da quello che si crede comunemente.
Difatti, non tutti gli atleti guadagnano cifre stratosferiche e abitano in ville di lusso. Alcuni di loro possono addirittura arrivare sull’orlo del precipizio e della depressione a causa di sconfitte o periodi bui.
Proprio questo è quello che ha raccontato un ex campione del mondo italiano. Si tratta di un atleta che ha fatto sognare i suoi fan e che ancora oggi detiene un record nazionale.
Ecco chi è e qual è il racconto che ha fatto, rivelando alcuni retroscena scioccanti della sua vita.
A raccontare la storia della sua vita è stato il 44enne Giuseppe Gibilisco. Si tratta di una leggenda del salto con l’asta, colui che detiene il record italiano di 5,90 metri, segnato ai Mondiali di Parigi 2003, quando conquistò una storica medaglia d’oro. Dopo alcuni anni stratosferici, nel 2007 venne condannato per doping e fu costretto a scontare una pena di due anni. Tuttavia, tale sentenza fu poi cancellata dopo un anno dal TAS di Losanna.
Comunque, a causa di quella storia, Gibilisco era stato allontanato da tutti, anche dal Gruppo della Guardia di Finanza di cui faceva parte. Ciò non fece che aumentare i dispiaceri nella sua vita. Come riporta Fanpage, l’ex atleta ha raccontato: “Mi erano rimasti 43 euro sul conto, ho anche pensato di ammazzarmi e ho preso in mano la pistola d’ordinanza”. Insomma, una storia che poteva avere un risvolto tragico, come quello di Marco Pantani, ma che sembra che si sia conclusa con un lieto fine.
La vita di Gibilisco oggi è totalmente diversa. L’ex medaglia d’oro ha superato il periodo buio ed è assessore allo sport e al tempo libero nella sua città natale, Siracusa. Inoltre, sta pensando di migliorare la sua città con numerosi progetti molto interessanti, proponendo dei lavori per il nuovo palazzetto dello sport con lo scopo di avvicinare più persone, in particolare i più giovani, alle discipline sportive.
Parlando alla Gazzetta dello Sport, Gibilisco ripensa a quello che è il suo passato: “Ora fortunatamente le cose sono cambiate, c’è più rispetto per gli atleti. E forse ha contribuito anche il mio caso, come quello di Pantani. Un gigante, una vittima. Spesso vado a piangerlo sulla sua tomba. Alla fine mi sento un miracolato, anzi un sopravvissuto“.
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