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Atletica e razzismo: l’accusa che non ti aspetti e il tesserino della guardia di finanza

C’è un’atleta italiana che ha voluto denunciare un brutto episodio di razzismo, sfogandosi sui social e chiedendo il sostegno dei fan.

Nonostante i tempi siano moderni e si parli molto di sensibilità e inclusività, ci sono ancora degli episodi di razzismo.

Ciò accade molto spesso in Italia e quando succede in sport “famosi”, come il calcio e il tennis, diventa subito virale. Tuttavia, ci sono personaggi attivi in altri sport che magari subiscono episodi di razzismo e non hanno il supporto mediatico da parte dei principali network televisivi e del web.

È proprio questo quello che è successa a una famosa atleta italiana. Purtroppo, è stata protagonista di un episodio molto brutto, ai limiti del paradossale.

Ecco cosa è successo e cosa ha spiegato a tutti i suoi fan sui social.

Atletica, l’episodio di razzismo che ha colpito un volto noto

A raccontare il brutto episodio di razzismo è stata Daisy Osakue, discobola italiana. L’atleta ha raccontato tutto sui social, spiegando la vicenda che l’ha vista come protagonista suo malgrado. Durante un po’ di shopping nel periodo pre-natalizio, in un negozio della Apple di via Roma, a Torino, la Osakue è stata fermata da un addetto alla sicurezza dello store. Quest’ultimo ha chiesto a Daisy se avesse pagato il prodotto che aveva in mano.

La Osakue ha spiegato sui suoi profili social ufficiali: “Pensavano stessi rubando, perché nera“. La discobola, incredula, ha spiegato che avrebbe pagato tutto in cassa, dopo aver scelto altri prodotti che l’interessavano. Al momento del “fermo” sembra che l’atleta avesse in mano un semplice adattatore. L’addetto alla security ha continuato a insistere ma la Osakue ha poi esibito il tesserino della guardia di finanza per provare la sua innocenza.

Osakue mostra il tesserino della guardia di finanza e risolve l’episodio di razzismo (DepositPhotos) – www.sportitalia.it

Lo sfogo sui social

Sui profili social ufficiali, Daisy Osakue ha continuato il suo sfogo. Infatti, ha detto: “Trovarsi in questa situazione mi ha dato molto, molto fastidio. Capisco che l’addetto stava lavorando, capisco che è Natale e nei negozi c’è caos, capisco che ci siano furti, ma il ‘racial profiling’ resta ‘racial profiling’ e quando ci sono più persone dimostri che ti basi su preconcetti e non su fatti. Sono stati carinissimi i ragazzi di Apple che si sono scusati”.

Ma non è la prima volta che la discobola è vittima di un episodio di razzismo. Nel 2018 l’atleta mentre tornava a casa a Moncalieri fu colpita al volto da un uovo lanciato da un anonimo che viaggiava in un’auto in corsa. Episodi come questi fanno capire chiaramente che il razzismo è ancora una piaga in Italia.

Claudio Vittozzi

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