A seguito del dramma che il mondo dello sci alpino, la FIS si è adoperata per rafforzare la sicurezza in pista. Ecco la decisione finale
Il tema della sicurezza nel mondo dello sci alpino, così come in qualsiasi altra competizione, che sia questa agonistica o dilettantistica, è indubbiamente l’aspetto prioritario. Gli sport che vengono praticati in alta montagna costringono, inevitabilmente, i partecipanti a prestare maggior attenzione ad una moltitudine di fattori che potrebbero mettere a rischio non solo le proprie prestazioni atletiche, ma anche la tenuta e le condizioni fisiche.
Gli organismi e le istituzioni federali hanno, perciò, il dovere di studiare e adottare misure efficienti, incrementandole e adeguandole costantemente, al fine di garantire la sicurezza di tutti gli appassionati. E’ la stessa FIS (Federazione Internazionale di Sci e Snowboard) a fornire, inoltre, una vera e propria guida di norme di comportamento che gli sciatori sono tenuti a seguire in prima persona, al fine di ridurre ulteriormente la possibilità che si verifichino episodi spiacevoli, spesso dal risvolto drammatico, in pista.
Le “Norme di Condotta dello sciatore e del fondista” vengono diramate dalla Federazione internazionale. Tra le regole di comportamento fondamentali da seguire, vi sono il rispetto degli sciatori o degli snowboarder che ci precedono, mantenere una distanza sufficiente dall’avversario mentre si effettua un sorpasso e prestare soccorso, avvertendo il servizio di salvataggio, nel caso in cui ci si imbatta in un incidente che ha riguardato altri partecipanti.
Ciò nonostante, risulta ancora impossibile adottare misure che permettano definitivamente di evitare decessi dei competitori nel corso di gare o allenamenti. La percentuale degli incidenti mortali è, fortunatamente, diminuita drasticamente negli ultimi anni, soprattutto grazie alle misure precedentemente citate; sono, statisticamente parlando, meno di 20 le fatalità, rapportate a circa 30.000 incidenti stimati.
La tragedia che ha colpito la giovane Matilde Lorenzi
Lo scorso 28 ottobre la sciatrice alpina diciannovenne Matilde Lorenzi ha rimediato una tremenda caduta, nel corso di un allenamento presso presso la pista rossa ‘Grawand nr.1’ in Val Senales, Alto Adige. L’incidente ha provocato un violento urto del volto della giovane sportiva a terra, con conseguente e repentino trasporto verso l’Ospedale di Bolzano, ma la corsa contro il tempo si è, purtroppo rivelata vana, e Matilde Lorenzi si è spenta nel corso della stessa giornata, poche settimane prima di compiere vent’anni.
A seguito del dramma, gli appassionati e gli addetti ai lavori del mondo dello sci alpino, hanno avviato un grande dibattito relativo proprio alla necessità di incrementare ulteriormente i sistemi utili a garantire la sicurezza dello sciatore in pista. Nonostante la Procura di Bolzano abbia assicurato che le cause della morte della giovane fossero state accidentali, ex campioni dello sport come Paolo De Chiesa e Paolo Gros hanno espresso il proprio disappunto con tale decisione, evidenziando come la pista fosse sprovvista di reti B, atte al contenimento della caduta di uno sciatore che raggiunge una velocità anche superiore a 60 chilometri. La famiglia della giovane, dal canto suo, ha lanciato una raccolta fondi denominata #Matildina4safety, allo scopo di reinvestire i proventi per rendere le piste da sci più sicure.
La drastica svolta della FIS
Dopo l’incidente fatale della Lorenzi, la Federazione internazionale ha optato per una decisione profondamente auspicata da appassionati e addetti ai lavori. La protezione dorsale rappresentata dall’airbag diventa obbligatoria a partire da questa stagione per tutti gli atleti impegnati nelle gare di discesa e di SuperG. Si tratta di un’introduzione invocata a gran voce anche dai genitori della giovane sciatrice torinese. La National Ski Association ha affermato che potrà concedere eccezioni ed esenzioni, unicamente nei casi in cui la protezione possa ostacolare o limitare l’atleta nei movimenti, rendendolo un ulteriore fattore di rischio.
Il Segretario generale della FIS, il francese Michel Vion, ha confermato che la sicurezza dei competitori venga prima di ogni altra cosa e non sia in alcun modo negoziabile. La Federazione aveva già optato per l’istituzione dell’Unità per la salute degli atleti, nel corso del precedente anno e l’adozione dell’airbag obbligatorio fa parte di un approccio volto a ridurre al minimo il rischio di lesioni gravi e potenzialmente fatali.