Il quattro volte campione del mondo si lascia andare ad una confidenza che spaventa i tifosi: il suo cuore non reggerebbe ancora
La Formula 1 ha ormai il suo nuovo padrone. Max Verstappen ha vinto ancora nel 2024 e lo ha fatto pur non avendo per tutto l’anno la macchina più forte.
La Red Bull che ha concluso lo scorso campionato non era in grado di reggere il passo di McLaren e Ferrari, ma il talento di Hasselt è stato in grado ugualmente di tenere la testa della classifica. Un’annata fatta di saliscendi quella conclusa qualche settimana fa, ma che comunque ha avuto un padrone assoluto: Verstappen appunto, che ha chiuso i conti già prima dell’ultima gara del campionato.
Niente a che vedere con il finale thrilling del primo titolo conquistato dal pilota olandese: nel 2021 Verstappen riuscì a battere Hamilton all’ultimo giro dell’ultimo GP con una serie di ribaltamenti che hanno lasciato tutti gli appassionati con il fiato sospeso. Adrenalina al massimo e finale al cardiopalma che regalò la vittoria a Verstappen e una scia di polemiche che sono durate a lungo. Proprio quel finale non adatto ai deboli di cuore è tornato nella mente del pilota olandese che ha svelato un particolare retroscena.
Verstappen, il 2021 da non rivivere: “Morirei di infarto”
Il dolce ricordo della prima vittoria iridata, ma anche un’ansia che forse il pilota di Hasselt non ha più provato. Lo ha raccontato nel corso di un’intervista a Talking Bull, il podcast ufficiale della Red Bull, svelando anche qualche interessante retroscena sullo stato d’animo prima della partenza.
“Se dovessi vivere nuovamente la giornata del mio primo titolo, morirei di infarto – la rivelazione di Verstappen –. Prima di una gara non sono molto nervoso, quel giorno ricordo la mia ragazza: ha detto che la mie mani era ghiacciate”. Il sintomo della grande tensione che c’era per un ultimo GP con lui e Hamilton appaiati in testa alla classifica: “Non vorrei rivivere quei momenti. Fantastico da rivederli, ma rivivere no”.
Il 27enne quindi preferirebbe non riassaporare l’ansia spasmodica di un’ultima gara da vivere punto a punto con un rivale, la tensione che raggiunge vette mai toccate prima e che crea la necessità di un surplus di concentrazione per evitare che un’intera stagione venga rovinata ad un errore . Molto meglio comandare dall’inizio alla fine un mondiale come fatto nei successivi trionfi, così da godersi i festeggiamenti un po’ alla volta ed evitare… l’infarto.