Inter, Thuram: “Non accadrà mai che vada via sfruttando la clausola”

Marcus Thuram, attaccante dell’Inter, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in vista della sfida con il Cagliari. “All’Inter sono in fiducia totale. Ed è grazie a chi mi sta intorno: compagni, mister, società. Ho tanto da migliorare ancora. Ad esempio nel colpo di testa, per dire. E nel provare ad andare più veloce di come riesco. Sento già di essere più forte di inizio stagione. E a gennaio sarò ancora meglio”.

Lautaro? “Parla quando deve. Non lo fa mai a caso. Siamo diversi e abbiamo fatto clic proprio per le nostre differenze. Se lui fosse come me, gli direi “oh, quanto sei pesante”. Io gli do qualcosa che lui non ha e lui viceversa.  Rapporto fuori? Eh, lui è sposato… Quando siamo lontani, in nazionale, però ci chiamiamo. Forse perché ci manchiamo…”.

Clausola? “Ma la cifra è alta…Lo dico chiaro: non accadrà mai che io lasci l’Inter sfruttando la clausola, per il rapporto che qui ho con tutti. Quella cifra è messa lì, ma non sarò mai io da solo a scegliere. E se qualcosa arriverà, ci sarà sempre una discussione con la società”.

Inzaghi e gli obiettivi? “Io non riesco a scegliere, ho l’obiettivo di vincere tutti e 5 i trofei. Se punto tutto sulla Champions e poi non la vinco, cosa succede? Me ne basterebbe uno. Ma non dico quale, chissà, forse è la Coppa Italia (e ride, ndr). Considero l’Inter una delle super grandi d’Europa. Io sento che siamo una squadra che fa paura. Non vedo neppure un club superiore a noi, neppure uno. Ce ne sono 5-6 in Champions più forti degli altri. E noi siamo tra questi. Inzaghi? Io ci provo a fare tutto eh… E lui non so come faccia, ma ogni volta che mi suggerisce una cosa, poi quella cosa succede”.

La passione per i manga. “Il mio preferito è Dragon Ball Z, il personaggio è Super Saiyan 4: lo adoro, è veloce, potente. E poi Captain Tsubasa: tifavo per Mark Lenders, è nato ala e poi è diventato centravanti, come me”.

Malore di Bove? “Ero paralizzato, sangue ghiacciato, non sapevo cosa fare. Ma è come una sveglia sulla vita. Dopo la partita ho chiamato tutte le persone a cui voglio bene, una ad una, per dire loro quanto le amo”.

Sonno? “Ogni pomeriggio che non c’è allenamento, dormo. E mica metto la sveglia: come una roulette russa, quando mi sveglio, mi sveglio. Cuscino in trasferta? Sempre con me. Ho bisogno di sapere che posso appoggiare bene la mia testa”

Tra 15 anni? “Mi piacerebbe quello che fa Titì (Henry, ndr.), con la Cbs. Vorrei lavorare in una tv americana, è un tipo di commento più rilassato, qui in Italia o in Francia ci prendiamo tutti troppo sul serio. E in ogni caso, vorrei andare a vivere negli States”.

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