Caro Gerry ti scrivo, così mi distraggo un po’… E siccome sei troppo lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito, c’è una grossa novità: siamo ottavi, Gerry, e qualcosa ancora qui non va. Perché giustamente ai Milanisti questa cosa non può andare nemmeno lontanamente bene.
Col Natale alle spalle e il Capodanno davanti, la citazione all’ “Anno che verrà” di Lucio Dalla è scontata quanto calzante. Ma per evitare di finire rassegnati e tristi proprio come il protagonista della canzone (“l’anno che sta arrivando tra un anno passerà… Io mi sto preparando, è questa la novità”), serve una reazione immediata. La risposta rossonera si aggrappa a 3G: GGG, come il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl, a proposito di fiabe, speriamo, dal lieto fine.
La prima è GENNAIO, il mese del mercato, della Supercoppa e della fine della Champions. Il mese in cui ci si gioca tanto del futuro prossimo, in campo e fuori. Inutile parlare però del calcio giocato: il Mister lo sa, deve vincerle idealmente tutte. Sono stati buttati via troppi punti stupidi per potersi permettere altri errori. Non sarà semplice, ma se Fonseca crede veramente nelle sue valutazioni, secondo cui tutte le partite sono state perse per episodi di distrazione, non dovrebbe essere nemmeno così difficile sistemare un po’ la squadra e i risultati. Per quanto riguarda il mercato, la strategia del Milan è chiara: si faranno cose giuste, intelligenti, sostenibili, di prospettiva e di valore. No alle pezze in prestito, ai mezzi giocatori e alle comparsate.
Arriva così in soccorso la seconda G, GEOFFREY, inteso come Moncada. Lo 007 più competente d’Europa sta alla finestra, aspettando che parta il grande ballo del mercato. Inutile sparare nomi nel mucchio: Moncada ci ha abituato a colpire nell’ombra, facendo affiorare solo alla fine i veri obiettivi dei suoi lunghi studi. Bisogna armarsi di pazienza e fidarsi, come si fa con quelli del livello di Moncada. Mi fa ridere che in giro ci sia gente che vuole insegnare a uno dei più grandi talent scout del Mondo come fare il suo lavoro: come se qualcuno avesse detto a Picasso che quelle facce erano troppo squadrate e confusionarie e non avrebbero mai fatto successo. Geoffrey sbaglia ogni tanto, è umano: ai Milanisti che fanno le liste dei presunti errori (spesso discutibili, con giocatori come Pavlovic ancora tutti da vedere), chiedo se Maignan, Theo Hernandez e Reijnders, per fermarmi ai più clamorosi, sono piovuti dal cielo. Oppure se pensano che gli interisti valutino Marotta per Buchanan, Arnautovic, Martinez e Gosens. O se preferissero spendere 50 milioni per Douglas Luiz. La verità è che Moncada sbaglia molto meno degli altri: ci vuole solo il tempo di vedere l’opera completa, pur rendendoci conto che al Milan non è semplice aspettare e che le cose DEVONO andare meglio sin da subito.
E qui arriviamo alla terza G, la G di GIORGIO. Se Moncada è il Picasso del mercato, per Furlani il paragone artistico è più difficile: perché lui va dritto ai numeri, alla realtà. È un Mostro, per citare Ibrahimovic, un Marziano, per autocitarmi: perché è nei momenti di difficoltà che si ribadiscono gli elogi e la stima, non quando tutti salgono sul carro. Giorgio Furlani è cosciente della situazione attuale di questo Milan e non smette di pensarci e di lavorare. Anche in questi giorni di festa, il CEO rossonero ha come priorità solo l’AC Milan. La dedizione al lavoro, l’ossessione per uscire da una situazione per cui soffre doppiamente: da dirigente e da Milanista vero qual è. Furlani sa di dover ribaltare l’inerzia e di dover rimettere tutto al suo posto. Un lavoro di squadra delicato, dove ognuno dovrà fare la sua parte, ma lui è pronto a farne un po’ di più. Il modo migliore per rispondere ai rutti (tali sono, non critiche) di chi lo attacca in maniera populista e pretestuosa: raglio d’asino non arriva in cielo, si dice.
Le 3G del Milan sono tutte qui: si spera bastino per salvare la stagione, anche se questi colori meriterebbero uno sforzo in più. Meriterebbero l’ultima tecnologia, il 5G: la G di GOL, quelli che un attaccante da 50/60 milioni – indispensabile – dovrebbe garantire in misura non minore di 25/30. E la G di Gerry, quello che dovrebbe tirare fuori i soldi per potercelo permettere, senza costringere Moncada e Furlani costantemente ai miracoli tecnici e finanziari. Che dice, Mister Cardinale, per l’estate ci pensiamo? Caro amico, ti scrivo…