Il mercato di gennaio sarà dei difensori. Alla Juve ne servirebbero due per sostituire Bremer e Cabal, ma la concorrenza è spietata perché molti altri club devono intervenire nello stesso ruolo: su tutti il Napoli, alla ricerca del sostituto di Buongiorno. Alla Continassa pensavano di dover fare qualcosa dietro nel mercato di riparazione già l’estate scorsa, credendo il reparto avesse poche soluzioni e con qualche situazione scottante da gestire: in particolare quella di Danilo, capitano ma non più prima linea. Il brasiliano è prossimo alla scadenza del contratto e la Juve ha una sola possibilità di monetizzarne un minimo la cessione: cederlo nel mercato di riparazione. Anche se lui non vorrebbe lasciare e pochi club finora si sono fatti avanti. Qualche segnale è giunto da Napoli, dove allargherebbero l’interesse anche su Fagioli: ma senza tirar fuori i soldi necessari per scaldare la Juve. Che – è vero – ritiene Raspadori un buon tassello potenziale per il progetto di Thiago Motta, ma resta per il momento focalizzata sulla priorità di mettere a posto la difesa. Alla Continassa servono le risorse e non c’è tempo da perdere con le chiacchiere, specie quelle che riguardano giocatori centrali nel progetto e dunque incedibili. Giusto un esempio: alla Continassa, le mail con Yildiz in oggetto si aprirebbero solo di fronte a offerte a tre cifre. E non solo per lui, evidentemente.
Giuntoli è al lavoro per dar seguito alla metamorfosi di una squadra che è avanti rispetto a quanto ci si poteva auspicare l’estate scorsa ai nastri di partenza. E per questo bisogna riconoscere i meriti di Thiago Motta e del suo staff, che hanno dato un’ottica positiva all’emergenza infortuni di questi mesi. Il club credeva di aver messo in mano all’allenatore una rosa abbastanza competitiva grazie a una serie di giocatori esperti che avrebbero dovuto prendere la situazione in mano, invece nelle difficoltà sono venuti fuori quei giovani che avrebbero dovuto dare solo ossigeno nelle rotazioni. Qualche big della rosa lo si attende ancora, intanto però la Juve può contare su tanti altri che vengono percepiti ormai come titolari: l’esempio di Savona è il più significativo. La bontà degli investimenti fatti in estate è ancora da ottimizzare, ovviamente; come il livello dei difensori che giungeranno in supporto sarà alto da poter fare la differenza da subito. La squadra mercato del club cerca profili navigati, non solo per sopportare la pressione del campionato ma anche per tener testa sulla Champions League. Il nome di Hancko è in cima alla lista perché rispecchia tutto ciò che serve sul piano tecnico e umano, tanto da essere considerato l’erede perfetto di Danilo. Ma su questo fronte bisogna fare i conti anche con il Feyenoord, che non vorrebbe lasciarlo andare a metà stagione.
Per chiudere il colpo Hancko la Juve avrebbe bisogno di vendere e il nome in alto alla lista resta quello di Fagioli, sul quale – oltre al Napoli – ragiona soprattutto il Marsiglia. Giuntoli però avrebbe necessità di aggiungere un difensore subito, così i tempi di maturazione per lo slovacco (che al peggio sarebbe il primo obiettivo nella finestra straordinaria del mercato di giugno riservata alle partecipanti al Mondiale per Club) potrebbero non corrispondere alle esigenze a breve termine della Juve. Il primo rinforzo potrebbe essere un altro: Tomori, potenzialmente in uscita dal Milan, è un’ipotesi da tenere in considerazione quanto Antonio Silva del Porto (sul quale lavora Mendes per un prestito oneroso alto). Risolta l’emergenza in difesa, la Juve andrà poi alla ricerca di qualche soluzione in attacco: Milik nel frattempo avrà tutta l’opportunità di rientrare e far comprendere meglio la propria disponibilità, così da dare la possibilità di fare scelte ponderate sull’identikit del rinforzo da prendere. Nessuna esigenza di fare interventi a centrocampo: semmai quello è il reparto in cui emerge qualche margine per sacrificare qualcuno. Mentre tra difesa e attacco potrebbero arrivare a gennaio quei 2-3 innesti necessari per ridare equilibrio nella gestione del calendario: nessuno, infatti, ha mai ricercato alibi nelle assenze, ma le scelte limitate sono un fattore che va considerato nella valutazione della Juve dell’ultimo periodo.