Mentre una guerra civile imperversa una nazione intera, emergono delle sorprendenti immagini sui segreti dell’élite siriana.
Dalla Giornata Siriana della Rabbia durante la Primavera Araba del 2011, la Siria si è resa protagonista di proteste e manifestazioni contro il governo di Bashar al-Assad, per spingerlo alle dimissioni.
La complessa situazione di tensioni politiche nel territorio siriano che prosegue da oltre 13 anni ha raggiunto un significativo punto di svolta nelle ultime settimane.
Dopo quattro anni di parziale tregua, a fine novembre scorso, le forze antigovernative hanno lanciato una tempestiva offensiva conquistando prima la città di Aleppo, controllata dal governo, per poi spingersi fino alla capitale Damasco, presa dai ribelli l’8 dicembre 2024.
Questa data ha segnato la caduta del regime di al-Assad, durato oltre 24 anni. E adesso il mondo intero aspetta di comprendere quale sarà il futuro che attenderà il paese mediorientale, martoriato da 14 primavere di guerra civile.
Bashar al-Assad è stato il presidente della Repubblica Araba di Siria dal 17 luglio del 2000 al 8 dicembre 2024. Secondogenito di Hafiz al-Assad, è succeduto al padre nel ruolo di Capo di Stato proprio al momento della sua scomparsa. Le violente repressioni ordinate dal presidente per sedare le manifestazioni pacifiche che hanno avuto luogo durante la sopracitata Primavera Araba hanno portato alla formazione di numerose organizzazioni e gruppi armati ostili al governo centrale, trascinando la Siria in un interminabile periodo di sanguinose guerriglie e violenze.
La rapida avanzata dei ribelli ha costretto il presidente, che è stato di fatto deposto, a fuggire precipitosamente dal paese a bordo di un volo diretto verso una località sconosciuta. Secondo varie indiscrezioni l’ormai ex capo di Stato, si sarebbe diretto in Russia, ma nessuno è stato capace di individuare con certezza la posizione di al-Assad e della sua famiglia. Il primo ministro siriano ha, nel frattempo, dichiarato di voler procedere ad una transizione pacifica del potere ai ribelli, guidati dall’ex membro di Al-Qaeda, Abu Mhammad al Jolani.
Dopo la deposizione e la fuga di Assad, sul web sono cominciati a circolare video che ritraggono il garage privato dell’ex Capo di Stato, presso il Palazzo Presidenziale di Damasco. Sono decine, forse anche più di un centinaio, le lussuose automobili che vengono mostrate nel video, da SUV di grossa cilindrata a rampanti supercar ed eleganti coupé. Si possono vedere chiaramente, tra le altre, una Ferrari F50, affiancata da una F430 Spider, una Aston Martin DB12, una Toyota Land Cruiser, una Lamborghini Diablo.
E ancora BMW, Audi, Mercedes, per un valore complessivo che di certo sforerà il milione di dollari. E mentre nell’intero paese la popolazione siriana moriva in strada, sprovvista di cibo, abitazioni ed altri servizi e diritti primari, calpestata e assoggetta alle volontà di un dittatore, l’èlite, non curante del reale stato d’emergenza della Siria, restava blindata all’interno del fortino d’oro, circondata da ogni tipo di lusso.
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