Il campione NBA ha compiuto un gesto completamente fuori di senno. La lega lo ha punito in maniera esemplare
La storia della NBA oltre che di campioni assoluti, giocate sensazionali, rimonte folli e vittorie sorprendenti, è stata, sfortunatamente, caratterizzata da episodi controversi, condannabili e che, in casi più estremi, sono sfociati nella violenza.
E’ il caso della memorabile rissa tra Detroit e Indiana, nell’episodio che viene ricordato come ‘Malice at the Palace‘, quando alle tensioni in campo tra Ben Wallace, stella dei Pistons, e Ron Artest, perno dei Pacers, si aggiunse il gesto sconsiderato di un tifoso della franchigia del Michigan, che scaraventò proprio contro Artest un bicchiere, dando origine ad una rissa senza precedenti che coinvolse i membri di entrambe le squadre e diversi supporters sugli spalti.
A seguito dell’episodio la lega si trovò costretta a sospendere il giocatore dei Pacers per l’intero corso della stagione, oltre che punendolo a livello pecuniario, con l’obbligo di pagamento di una multa pari a 5 milioni di dollari.
O per tornare all’annata corrente, durante il ‘derby texano’ tra Rockets e Spurs dello scorso ottobre le scintille tra Dillon Brooks e Victor Wembanyama hanno portato i due a sfiorare colpi proibiti, ma l’esito più grave è stato sventato grazie all’intervento dei rispettivi compagni di squadra, sopraggiunti per separarli e tenerli a debita distanza.
Insidioso in campo, prorompente fuori
Jaylen Brown, classe 1996, è uno dei volti del nuovo corso dei Boston Celtics. L’ala piccola è arrivata nella franchigia del Massachusetts come terza scelta assoluta nel draft del 2016, dimostrandosi fin da subito un giocatore estremamente propenso al sacrifico, rendendosi profondamente efficace sia in marcatura, sia nella fase di tiro. Alla sua ottava stagione con la jersey bianco-verde indosso, Brown, ormai protagonista della nuova dinastia bostoniana, ha conquistato il 1° titolo NBA della propria carriera, superando i Dallas Mavericks nelle Finals 2024 ed assicurando alla franchigia il diciottesimo Larry O’Brien Trophy della loro storia.
Se il suo apporto in campo non è passato inosservato, venendo premiato con il riconoscimento di MVP delle Finals al termine della scorsa stagione, la sua netta posizione e il suo attivismo lontano dal parquet di gioco merita, egualmente, di essere approfondito. Basti considerare che all’età di appena 22 anni, Brown è diventato il più giovane vice-presidente della National Basketball Players Association, sindacato dei giocatori che militano in NBA. Il nativo di Marietta si è da sempre dimostrato attivo nell’ambito dei diritti degli afro-americani, facendosi portavoce di numerose battaglie e prendendo parte ad eventi e manifestazioni del movimento Black Lives Matter.
Il comportamento inaccettabile
Nelle ultime settimane Brown si è reso protagonista di un episodio che ha scatenato interminabili polemiche tra appassionati e addetti ai lavori. La NBA lo ha, infatti, sanzionato con una multa pari a 25.000 dollari per aver mimato, all’indirizzo del giocatore dei Pistons Isaiah Stewart, il gesto del ‘taglio della gola‘, proprio nel corso del match giocato contro Detroit.
La lega ha dimostrato il proprio impegno, ribadendo la rigorosa politica adottata contro gesti e comportamenti inappropriati che avvengono sul parquet. L’intento della NBA è da sempre quello di promuovere il rispetto reciproco in campo e fuori, scindendo i rapporti dalla carriera agonistica, ed è costantemente attiva nel monitoraggio di eventuali comportamenti condannabili e spiacevoli, tenendosi pronta ad operare attraverso sanzioni esemplari nei confronti di chi infrange l’impegno della lega.