Il numero 1 al mondo, Jannik Sinner, continua ad essere nel mirino della critica. Parole di fuoco sul caso doping che lo vede protagonista
Il tennis è fermo in attesa della nuova stagione, ma tra appassionati ed addetti ai lavori c’è grande abbondanza di argomenti su cui discutere. Uno di questi è certamente il noto caso doping che vede protagonista il numero uno al mondo Jannik Sinner, il quale continua ad essere bersagliato dagli attacchi di chi, evidentemente, vorrebbe che fosse squalificato.
Se le parole infuocate di Nick Kyrgios ormai quasi non fanno più notizia, nelle ultime ore hanno riscontrato ampio clamore mediatico le dichiarazioni al vetriolo di un altro rappresentante del mondo della racchetta. Ci riferiamo al tennista francese Adrian Mannarino.
L’attuale numero 66 al mondo, chiamato ad esprimersi su quanto accaduto all’altoatesino, si è lasciato andare ad alcune considerazioni durissime nei confronti dell’azzurro, mettendo in dubbio la sua buona fede e definendo il suo caso – e quello di Iga Swiatek – come “sorprendente”.
“Non credo più a Babbo Natale. Se c’è chi vuole crederci, può crederci ma non è proprio il mio genere”, ha esordito Mannarino ai microfoni di ‘RMC Sports’, trasmettendo tutto il suo scetticismo sull’incolpevolezza di Jannik.
Un concetto che non ha esitato a rafforzare negli istanti successivi: “Sono disposto a concedere loro il beneficio del dubbio, ma è comunque molto sorprendente perché in questa stagione ci sono stati due test positivi sui 300 migliori al mondo e loro sono i due numeri 1 del mondo (in realtà Swiatek è la ex numero 1, ndr)”.
Dopodiché, Mannarino ha continuato la sua analisi ribadendo di essere rimasto abbastanza sorpreso da queste vicende, mostrando però una scarsezza di argomentazioni in tal senso: “Io posso anche capire che inavvertitamente qualcuno possa prendere la pillola sbagliata o la vitamina cattiva, ma comunque rimane tutto molto sorprendente”.
Poi la conclusione è tutto un programma. “Mi sveglio ogni mattina a 36 anni zoppicando. Dover scendere in campo contro ragazzi di 20-25 anni, se non sono puliti, diventa complicato. Spero per il loro bene che sia così”, ha chiosato il francese.
Insomma, sembrerebbe che il classe ’88 di Soisy-sous-Montmorency faccia parte di quella schiera di persone che parla senza conoscere la situazione fino in fondo. Se si fosse documentato, infatti, il buon Mannarino saprebbe che la quantità di Clostebol trovata nelle urine di Sinner è infinitesimale – e dunque non ha portato alcun vantaggio in termini prestazionali – e che nemmeno la WADA non mette in dubbio la buona fede di Jannik: l’unica cosa che c’è da definire è se c’è stata o meno negligenza dell’azzurro nell’ambito dell’errore commesso da alcuni membri del suo staff.
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