Dalle giovanili dell’Inter alla Polonia: Tommaso Guercio, nato a Codogno, da papà italiano e madre polacca, non ha avuto dubbi nel fare quella che poteva sembrare a molti come una scelta insolita, firmando per lo Slask Wroclaw lo scorso febbraio. Dopo un periodo di ambientamento nelle prime settimane, Guercio in questa stagione è diventato uno dei giocatori più utilizzati ed ha già messo a segno 3 reti, pur giocando come esterno di difesa o a tutta fascia.
Dalle vacanze estive passate lì per trovare nonni e amici alle chiamate delle nazionali giovanili locali, il legame con quella terra è sempre stato indissolubile per lui, come ha raccontato lui stesso a Sportitalia.
Tommaso, cosa ti ha spinto a scegliere la Polonia?
“A convincermi non è stato solo il fattore calcistico, ma anche quello affettivo. Fin da piccolo i miei genitori mi hanno sempre portato qui a passare le vacanze estive dai nonni, dato che mia madre è nata qui ed è qui che si sono conosciuti lei e mio papà, prima di trasferirsi in Italia. Ho solo bei ricordi dei momenti passati in Polonia, non mi è mai mancato nulla, ho vissuto momenti belli, senza pensieri, nei quali passavo il tempo con famiglia ed amici, sentendomi come a casa”.
Avevi anche altre offerte ed hai preferito tu lo Slask Wroclaw?
“Sì, perché ho considerato la chiamata dello Slask Wroclaw come quella giusta per la mia crescita, anche dal punto di vista calcistico. Per il progetto che c’è qui, mi è sembrato il posto perfetto dove migliorarmi, il club che poteva fare al caso mio per abituarmi al calcio dei grandi”.
E’ la prima volta che ci vai in pianta stabile, a vivere in Polonia. E’ corretto?
“Sì, ma quello non mi ha frenato. L’unico aspetto che mi faceva preoccupare all’inizio era il fatto di sapere che i miei genitori sarebbero stati a migliaia di chilometri di distanza da me. Per il resto ci ho fatto l’abitudine ben presto, come per tutte le cose”.
A livello calcistico, com’è stato il tuo impatto?
“Buono perché sto raggiungendo il mio obiettivo di abituarmi al calcio professionistico. Ho scelto la Polonia perché lo considero un campionato nel quale un giovane come me può crescere tanto, per abituarsi al calcio dei grandi. Poi se si arriva in una posizione alta in classifica come successo l’anno scorso, ti puoi anche giocare l’Europa in una competizione come la Conference League o addirittura l’Europa League o la Champions”.
Una scelta anche coraggiosa la tua. Il salto dalla Primavera ad una prima squadra lo hai sentito? Ed in Italia si sente di più?
“L’ho sentita la differenza, sì. In Italia se ne soffre di più forse per il fatto che il nostro campionato è di un livello più alto rispetto per esempio a quello in cui gioco ora in Polonia. C’è un giro dietro molto grande di interessi in Serie A, ma non mi permetto di voler spiegare i motivi”.
Hai fatto tutta la trafila per la Nazionale polacca, sogni la Nazionale maggiore?
“E’ uno dei miei obiettivi, mi piacerebbe tantissimo. E’ una di quelle cose che ogni ragazzino penso si prefigga come punto d’arrivo”.
Nella tua famiglia hanno accolto con piacere questa tua scelta?
“In pieno, assolutamente, al netto di tutte le considerazioni fatte prima sulla distanza”.
Il tuo legame con l’Inter?
“E’ nato all’incirca dieci anni fa, per esserci rimasto 9 anni significa che il rapporto era davvero bellissimo. Ho girato il mondo, mi sono sempre trovato bene con i compagni e lo staff, ho imparato molto. E’ stato uno step molto importante per la mia crescita, sia per la persona che per il calciatore”.
Quando hai saputo che Inzaghi ti voleva con sé per allenarti con loro cos’hai provato?
“L’ho trovata come una grande opportunità. Difficile, emozionante, ma al contempo ero consapevole che dovevo e potevo mostrare le mie qualità”.
Difensore, ma anche esterno ora. Quale giocatore in prima squadra all’Inter ti ha colpito di più?
“Dimarco mi piace da morire, ha una tecnica impressionante. E’ un top player senza dubbio. Ma tutti i giocatori all’Inter mi davano una grande impressione e allenarmi con loro è stato un privilegio che mi ha fatto crescere”.
Sei rimasto legato ai colori dell’Inter?
“Sì, ma lo sono stato fin da piccolo. Collegavo il fatto di avere gli occhi azzurri e neri come i colori dell’Inter e da lì è nato tutto. Giocavo per terra sotto il tavolo in cucina mentre guardavamo le partite dell’Inter e pensavo a questa cosa”.
Tra i tuoi obiettivi e sogni per il futuro c’è spazio ad un ritorno in Italia o anche all’Inter?
“Al momento non so rispondere, perché qui sono felice e non ci sono situazioni ben definite. Ma è chiaro che l’Italia è il posto in cui sono cresciuto e dunque un giorno chi lo sa?”.
I tuoi obiettivi nel breve termine, invece?
“Mi piace pormi un obiettivo alla volta cercando di raggiungerlo. Sono la fonte di continuità e costanza per un giocatore. Al momento punto con la mia squadra a rimanere in Ekstraklasa, la Serie A polacca. Per ora non siamo messi come vorremmo, ma il campionato è ancora lungo. Per il resto personalmente vorrei raggiungere almeno i 5 gol stagionali e sono a 3, per superare sempre me stesso e per dare una mano alla squadra a salvarsi”.