Dramma nello sport, un campionissimo vuota il sacco: “La mia vita non c’è più”

Mondo del sport sotto shock. Un ex campione del mondo ha reso noto il dramma che sta vivendo: “La mia vita non c’è più”

Ci sono imprese e vittorie che rimangono impresse per sempre nella nostra memoria. Ad esempio, quasi tutti noi ricordiamo (al netto dell’età) dove e con chi abbiamo visto la finale di Berlino dei Mondiali del 2006 che ha regalato all’Italia il quarto alloro iridato della sua storia.

Rugby
Dramma nello sport, un campionissimo vuota il sacco: “La mia vita non c’è più”-Sportitalia.it (Foto Ansa)

Un match, quello contro i Francesi di un Zinedine Zidane che perse la testa, vissuto con il fiato sospeso dal fischio d’inizio fino al penalty trasformato da Fabio Grosso alla lotteria dei rigori, dopo che i tempi regolamentari e quelli supplementari erano terminati sull’1-1. Un epilogo che fece esplodere la gioia dei tifosi azzurri presenti sulle gradinate dell’Olympiastadion e quelli davanti agli schermi televisivi in ogni angolo dello Stivale.

Momenti indimenticabili per ogni italiano e, a maggior ragione, per i protagonisti in campo. Eppure, c’è un campionissimo che non ricorda di aver vinto i Mondiali, seppur di un altro sport, come ha confessato nel corso di un documentario televisivo in cui è stato intervistato da un suo ex compagno di squadra.

Rugby, il dramma di Steve Thompson: ricorda a malapena i nomi dei figli

Steve Thompson ha vinto la Coppa del Mondo di rubgy nel 2003 quando la nazionale dei ‘Tre Leoni’ sconfisse i padroni di casa dell’Australia in un’epica finale terminata col risultato di 20-17. Ma ora, a distanza di 20 dall’iconico drop di Johnny Wilkinson che regalò il primo e (finora) unico Mondiale all’Inghilterra, il 46enne ex tallonatore non ricorda più nulla di quell’impresa che lo ha consegnato, insieme ai suoi compagni di squadra, alla storia della palla ovale. 

Steve Thompson
Rugby, il dramma di Steve Thompson: ricorda a malapena i nomi dei figli-Sportitalia.it (Foto Ansa)

Non c’è niente lì. Non ricordo nemmeno di essere stato in Australia. Tutto è sparito. La mia vita, tutto ciò che c’era intorno, semplicemente non c’è più“, ha risposto all’ex compagno Phil Vickery che è andato a trovarlo per un documentario televisivo in cui l’ex rugbista ha accettato di rendere nota la sua attuale condizione.

Affetto da encefalopatia traumatica cronica, una progressiva degenerazione delle cellule cerebrali causatagli dai numerosi traumi cranici subiti, frequenti in uno sport in cui contatti, anche alla testa, sono violenti, Steve Thompson sta vivendo un dramma che non solo gli ha prosciugato i ricordi più belli della sua carriera sportiva ma gli sta anche rubando la sua vita visto che a malapena ricorda i nomi dei suoi 4 figli.

Tutto o quasi evaporato, restano solo la rabbia, i rimpianti (“Il problema del rugby è che, se potessi tornare indietro, non lo rifarei. Preferirei di gran lunga andare a lavorare in un cantiere, avere una vita normale“) e il dolore. Purtroppo indietro non si può tornare. Ma si può cercare di dare un senso al dramma che sconvolge l’esistenza, una malattia contro cui non una c’è cura risolutiva.

È quello che ha fatto l’ex campione del mondo rivelando a un pubblico più ampio possibile le proprie condizioni in rapido peggioramento verso un angosciante vuoto per far conoscere e mettere in guardia sui gravi danni fisici che lo sport può arrecare.

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