Preoccupazione per la squalifica di Jannik Sinner, arrivano dichiarazioni che possono mettere nei guai il tennista azzurro
Anche l’inizio del 2025, nel mondo del tennis, sarà caratterizzato dalla situazione di sospensione ed incertezza che riguarda il destino di Jannik Sinner. Da un lato, la supremazia netta espressa sul campo dall’azzurro, che specialmente nella seconda parte dell’anno che si sta concludendo ha legittimato il suo rango di numero uno del mondo centrando vittorie a ripetizione. Dall’altro, l’incognita rappresentata dal ricorso della WADA sul caso Clostebol, che potrebbe costargli una lunga squalifica, nel caso in cui il tennista altoatesino fosse giudicato colpevole, contrariamente all’assoluzione arrivata dalla ITIA.
Il mondo del tennis, come sappiamo, in questi mesi si è diviso relativamente alla posizione del numero uno ATP, tra chi ha preso le sue parti e chi invece ritiene che sia stato trattato diversamente rispetto ad altri tennisti che in passato avevano vissuto situazioni simili. Il verdetto definitivo arriverà tra un po’ di tempo e bisognerà ancora aspettare. Non sono previste udienze al TAS che riguardano Sinner almeno fino all’11 febbraio, dunque la discussione del ricorso e la relativa decisione arriveranno dopo quella data.
Nel frattempo, l’azzurro potrà continuare a difendere il suo primato e provare a ripetersi e magari superarsi. Come sempre, Sinner cerca di rimanere concentrato sul da farsi in campo e infatti si sta allenando a Dubai per l’inizio della stagione. Ma su di lui, piomba nuova preoccupazione per le ultime dichiarazioni ufficiali sul suo caso che non possono passare inosservate.
Sinner e l’allarme squalifica, l’annuncio del direttore della WADA: “Esiste la responsabilità dell’atleta”
A parlare, è Oliver Niggli, direttore generale della WADA, l’agenzia internazionale antidoping. Che prende ancora una volta posizione sul tema e mostra quanto da parte dell’ente ci sia la volontà di andare fino in fondo.
Queste le dichiarazioni di Niggli in una intervista all’AFP: “La nostra posizione è che esiste ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano – ha spiegato – Sarà questo il punto giuridico che verrà discusso al TAS. Non mettiamo in dubbio il fatto che possa essersi trattato di una contaminazione, ma riteniamo che l’applicazione delle norme non sia conforme alla giurisprudenza, nell’aver sancito che non ci sia stata colpa da parte di Sinner”. Battaglia, dunque, ancora apertissima e che sarà molto dura fino alla fine.